Bologna, Chiesa ed oratorio di San Colombano: facciata su via Parigi

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Bologna, Chiesa ed oratorio di San Colombano: facciata su via Parigi

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Inventario
BRI 02061
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Luogo e anno di edizione
Bologna, prima del 1913
Data della ripresa
prima del 1913
Timbro di spedizione (Luogo e data)
Bologna, 1913
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
verticale
Misure immagine (in cm; hxb)
14x9
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sul recto, in basso a sinistra, è scritto: "Bologna - Chiesa ed oratorio di San Colombano / La facciata (via Parigi). Sul verso, in basso a sinistra, si legge il nome dell'editore preceduto dal n. 1899. La cartolina è viaggiata da Bologna verso Modena; il timbro è del 25 marzo 1913.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Chiesa ed oratorio di San Colombano: facciata su via Parigi
Bibliografia
1) "San Colombano. Collezione Tagliavini. Guida breve", Bologna, Genus Bononiae, 2012, pag. 5; 2) Mario Fanti, "Voglia di Paradiso. Persone e fatti nella 'invasione mistica' a Bologna fra Cinquecento e Seicento", Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2020.
Note
San Colombano è un complesso chiesastico costituito da una serie di edifici aggregati nei secoli, a partire dal VII. Per la prima volta viene ricordato in un documento del 1073. Vi passarono i monaci di San Gallo, i cluniacensi, le monache di Santa Chiara, i Camillini e altri. Nel 1583 diventò sede della Confraternita della Madonna dell'Orazione, che venerava un'immagine dipinta da Lippo di Dalmasio. Dal 1681 al 1788 il convento venne affittato alla Repubblica di Lucca che vi aprì il collegio universitario Sinibaldi. Dal 1808 fu sede della Confraternita di Santa Maria della Mercede. Si compone, come già detto, di diversi edifici, che conservano importanti cicli di affreschi dipinti dai più famosi allievi dei Carracci. Dall'Ottocento la chiesa e l'oratorio ebbero diverse destinazioni; nel 1927 la proprietà -ormai si trattava di privati- li cedette all'Associazione Nazionale Mutilati di Guerra, che ne fece la propria sede, affidandone la "trasformazione" all'architetto Giuseppe Vaccaro, uno dei più rappresentativi del Novecento bolognese. L'inaugurazione si tenne nel 1931. Nel secondo dopoguerra conobbe un periodo di oblio e la conservazione subì notevoli danni. Nel 2005 la Fondazione Carisbo decise di acquisire i locali e, dopo un imponente lavoro di restauro, l'intero complesso aprì al pubblico nel 2010. Oggi ospita la collezione di strumenti antichi del Maestro Luigi Ferdinando Tagliavini, inserita a pieno titolo nel percorso museale di Genus Bononiae. Questa cartolina ci documenta l'aspetto della facciata su via Parigi agli inizi del Novecento.