Bologna, Porta Mazzini (già Porta Maggiore): ruderi affiorati durante i lavori di demolizione

60f6db2a3c12a10007f15b0d

Bologna, Porta Mazzini (già Porta Maggiore): ruderi affiorati durante i lavori di demolizione

 Genera il pdf
Inventario
BRI 02501; BRI 02502
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Luogo e anno di edizione
Bologna, primo decennio sec XX°
Data della ripresa
primo decennio sec. XX°
Timbro di spedizione (Luogo e data)
Bologna, ?
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Misure immagine (in cm; hxb)
9x14
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sul recto, in alto al centro, è scritto: "Bologna - Ruderi dell'antica Porta Mazzini (la più antica, rifatta dal Dotti 1700). Il nome dell'editore si legge sul verso, in basso a sinistra, preceduto dal n. 1633. L'esemplare n. inv. BRI 02502 reca il francobollo e il timbro sul recto; nel verso tuttavia non vi è alcun messaggio del mittente riferito ad un destinatario. Il timbro risulta parzialmente illeggibile, pertanto, non si riesce a datare la spedizione.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Porta Mazzini (già Porta Maggiore)
Bibliografia
Giancarlo Roversi, "Le mura perdute. Storia e immagini dell'ultima cerchia fortificata di Bologna", Casalecchio di Reno, Grafis, 1985, pag. 206.
Note
La costruzione della prima Porta risale al XIII secolo; quest'ultima fu poi fortificata con una rocca nel 1507 per volere di papa Giulio II. Nel 1770 fu ricostruita su progetto di Gian Giacomo Dotti. Porta Maggiore era considerata la più importante dell'intera cerchia cittadina, poichè si trova sul tracciato dell'antichissima via Emilia ed attraverso di essa passava tutto il traffico diretto a Roma e viceversa. La sua mole diede il saluto di Bologna a papi e sovrani. Da qui transitarono anche Giuseppe Garibaldi (nell'ottobre 1859) e re Vittorio Emanuele II (nel 1860).Nel 1903, a seguito della sciagurata politica di demolizione delle mura e di alcune porte, anche questa venne atterrata. Tuttavia, comparse tra le macerie le antiche vestigia della porta duecentesca, dopo un'aspra battaglia civica, fu deciso un restauro che sarebbe stato diretto da Alfonso Rubbiani. Nel 1909 fu dunque "ricostruito" quello che doveva essere il primitivo volto dell'edificio. In questa inquadratura sono ben visibili i "ruderi" isolati durante le fasi di abbattimento.