Bologna, Porta Mazzini (già Porta Maggiore): ruderi affiorati durante i lavori di demolizione

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Bologna, Porta Mazzini (già Porta Maggiore): ruderi affiorati durante i lavori di demolizione

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Inventario
BRI 02497; BRI 02498
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Luogo e anno di edizione
Bologna, primo decennio sec XX°
Data della ripresa
primo decennio sec. XX°
Timbro di spedizione (Luogo e data)
Bologna, ?
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Misure immagine (in cm; hxb)
9x14
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sul recto, in alto a destra, compare la scritta: "Bologna"; in basso al centro si legge "Porta Mazzini"; nell'angolo inferiore di sinistra vi è il nome dell'editore, seguito dal n. 16385. L'esemplare n. inv. BRI 02498 è viaggiato da Bologna a Trieste ma, purtroppo, non è possibile leggere la data di spedizione.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Porta Mazzini (già Porta Maggiore)
Bibliografia
(1) Giancarlo Roversi, "Le mura perdute. Storia e immagini dell'ultima cerchia fortificata di Bologna", Casalecchio di Reno, Grafis, 1985, pag. 279; (2) Antonio Brighetti - Franco Monteverde, "Bologna nelle sue cartoline" vol. II, Cuneo, L'Arciere, 1986, pag. 85.
Note
La costruzione della prima Porta risale al XIII secolo; quest'ultima fu poi fortificata con una rocca nel 1507 per volere di papa Giulio II. Nel 1770 fu ricostruita su progetto di Gian Giacomo Dotti. Porta Maggiore era considerata la più importante dell'intera cerchia cittadina, poichè si trova sul tracciato dell'antichissima via Emilia ed attraverso di essa passava tutto il traffico diretto a Roma e viceversa. La sua mole diede il saluto di Bologna a papi e sovrani. Da qui transitarono anche Giuseppe Garibaldi (nell'ottobre 1859) e re Vittorio Emanuele II (nel 1860).Nel 1903, a seguito della sciagurata politica di demolizione delle mura e di alcune porte, anche questa venne atterrata. Tuttavia, comparse tra le macerie le antiche vestigia della porta duecentesca, dopo un'aspra battaglia civica, fu deciso un restauro che sarebbe stato diretto da Alfonso Rubbiani. Nel 1909 fu dunque "ricostruito" quello che doveva essere il primitivo volto dell'edificio. In questa inquadratura sono ben visibili i "ruderi" isolati durante le fasi di abbattimento.