Casalecchio di Reno (BO), albergo Brunetti

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Casalecchio di Reno (BO), albergo Brunetti

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Inventario
BRI / BO PROVINCIA 210
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Casalecchio di Reno (BO)
Luogo e anno di edizione
Torino, Casalecchio di Reno, s.d.
Data della ripresa
Anni Trenta / Quaranta sec. XX°
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
10,5x15
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Casalecchio di Reno (BO), albergo Brunetti
Note
Casalecchio di Reno, nelle immediate vicinanze di Bologna è nota soprattutto per l'imponente Chiusa del canale di Reno. Per secoli la località fu strettamente legata alle vicende storiche bolognesi, divenendo spesso campo di battaglia e quindi di razzia dei vari eserciti. Dalla seconda metà del Cinquecento, in seguito ad una ripresa produttiva, nacquero ville, oratori, chiese e si intensificarono le coltivazioni dei poderi. Casalecchio divenne uno dei territori più ricercati e ammirati del contado, proprio grazie alle ville circondate da suggestivi parchi e ricchi giardini. Verso la fine del XIX secolo, la rivoluzione industriale determinò la trasformazione e l'incremento di fabbriche, opifici, vie di comunicazione e mezzi di trasporto. Non ultimo, Casalecchio divenne meta di turismo estivo. Molti e variegati erano dunque i luoghi d'incontro: locande, osterie, caffè, trattorie e perfino tre eleganti alberghi. Professionisti, industriali e commercianti bolognesi vi mandavano le loro famiglie, che potevano facilmente raggiungere la sera, senza dover abbandonare la loro attività in città. Uno di questi alberghi era il Brunetti. Si trovava poco prima del ponte sul Reno, a destra provenendo da Bologna. La primitiva struttura, un elegante chalet, era nata per ospitare la locale sede del Tiro al Piccione, ben presto frequentata dai migliori tiratori dell'epoca. Alcuni anni dopo, però, nei dintorni si iniziò a costruire e non fu più possibile continuare a sparare lì. Il sodalizio si spostò in altro luogo e lo chalet, sopraelevato ed ampliato, fu trasformato dal signor Brunetti in "Villa Maria", ritrovo per spettacoli di varietà, danze e anche, appunto, noto albergo. L'edificio prese poi il nome dal proprietario gestore e fu da subito frequentatissimo. Durante la seconda guerra mondiale fu distrutto e mai più riedificato.