Donazione Baldini Corazza
Donatori: Baldini Corazza Ornella, Corazza Maria Letizia
Data di donazione: 2019
Donazione
La donazione, pervenuta nel 2019 grazie alla generosità di membri della famiglia Corazza, si compone di due dipinti del pittore Nino Corrado Corazza (Bologna 1897-1975), che si aggiungono all'unico dipinto dell’artista bolognese già delle Collezioni d’arte e di storia della Fondazione, il Mazzo di fiori tenuti da una mano acquisito nel 1974 dalla Cassa di Risparmio in Bologna. Con questi vengono documentati due temi ricorrenti nella produzione dell’artista, quello di genere con battaglie e quello di soggetto clericale. Le schede consultabili nel sito di Fondazione-Genus Bononiae che mette a disposizione il catalogo generale dei dipinti, delle sculture e di altri materiali delle Collezioni ne assicurano la diffusa conoscenza. Il loro inserimento nelle esposizioni cicliche delle opere di proprietà della Fondazione che si organizzano nella sede di Casa Saraceni ne consentirà periodicamente la visione diretta. Nel 2023 la donazione è stata perfezionata con l'aggiunta dell'opera "La Galeazza" da parte della sig.ra Ornella Baldini Corazza.
I donatori
La donazione è pervenuta alla Fondazione grazie alla sensibilità della signora Ornella Baldini, poi Corazza avendo sposato il figlio dell’artista, e di sua figlia Maria Letizia Corazza, nipote quindi dell’artista. Si deve alla nuora la donazione del dipinto con Scena di battaglia; alla nipote invece la tela con Ecclesiastici. È stata accompagnata dalla consegna di un fascicolo di ritagli da periodici con notizie sull'attività pittorica di Nino Corrado Corazza.
Descrizione
Nino Corrado Corazza, formatosi all'Accademia di Belle Arti di Bologna, ha affiancato all'attività di artista quella di insegnante di ‘Figura disegnata’ al Liceo artistico. Giornalista, illustratore e critico d’arte, ha preso parte alla vita artistica della sua città e ha partecipato anche alle Biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma. La donazione, da parte dei discendenti dell’artista, dei due dipinti risalenti agli anni Settanta lascia traccia nelle Collezione della Fondazione della sua pittura caratterizzata dal libero andamento della pennellata e dalla ricchezza cromatica, all'insegna di una sorta di espressionismo barocco.