Al nome di Dio li 2 Maggio 1769 / Pianta in misura del’Andamento delle Grotte, o siano Cave di Macigni, con l’andamento preciso de Confini che anno li Beni … sotto la Strada di Monte Donato

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Al nome di Dio li 2 Maggio 1769 / Pianta in misura del’Andamento delle Grotte, o siano Cave di Macigni, con l’andamento preciso de Confini che anno li Beni … sotto la Strada di Monte Donato

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Inventario
F36696
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Firma
Gian Giacomo Dotti perito
Tecnica e supporto
Acquerello, inchiostro e tracce di grafite su carta filigranata
Misure foglio (in mm)
460X515
Iscrizioni
Sul lato sinistro si leggono la firma e la dichiarazione del perito, che attribuisce la commissione del suo lavoro al senatore Segni, possidente di terreni attigui alla zona delle cave. Sul verso, oltre al n. 74, vi è un’annotazione che risulta non completamente leggibile a causa dello strappo sulla carta.
In basso, la scala di misurazione.
Notizie storico critiche
Le mappe agricole costituiscono una preziosa testimonianza di com’era il territorio bolognese tra il XVII e il XVIII secolo. Redatte con lo scopo di delimitare con certezza le singole proprietà private, queste mappe sono state un utile strumento per risolvere ogni possibile questione inerente ai diritti e ai regolamenti della proprietà terriera, soprattutto in un periodo di grandi cambiamenti come quello di cui esse sono testimoni. Nei primi anni del Settecento, infatti, vennero introdotte riforme di stampo protocapitalista che portarono a una vera e propria rivoluzione dell’economia, in particolar modo per quella basata sull’agricoltura. I possedimenti terrieri iniziarono ad essere considerati come sorgenti di profitti destinati ad aumentare sempre di più. Da questa consapevolezza ebbe origine la necessità di averne una conoscenza più approfondita da parte degli stessi proprietari che, dopo secoli di disinteresse, richiesero sempre più informazioni sui terreni e sulle loro caratteristiche, sulle tecniche di coltura e i loro sviluppi, e cominciarono a progettare riorganizzazioni e bonifiche dei campi. Proprio in funzione di tale evoluzione, la figura del perito agrimensore ebbe grande evoluzione e divenne di primaria importanza, richiedendo competenze maggiori e una solida base culturale rispetto ai secoli precedenti. La stesura delle mappe, difatti, si trasformò in un compito preciso in cui nulla - dalla struttura del segno alla scelta del colore - poteva essere lasciato all’intuizione personale del singolo. In esse dovevano essere precisate le aree riservate alle colture, specificandone le qualità, gli spazi destinati alle abitazioni, ai luoghi di ricovero per gli animali, alle piantagioni ad alto fusto, e così via. Gian Giacomo Dotti (Bologna, 1724 - ?, 1792) era figlio del più noto architetto Carlo Francesco. Alla morte di quest’ultimo ereditò da lui numerosi incarichi. Come "architetto del Senato" redasse numerosi pareri sia per Bologna sia per Imola. Il suo nome e spesso legato alla costruzione o alla sistemazione di strade di Bologna e dintorni o alla definizione dei confini del territorio bolognese. Era responsabile, inoltre, della pavimentazione delle strade di Bologna e della regolamentazione del corso dei fiumi. La pianta restituisce i terreni ove sorgevano le cave di selenite nel borgo di Monte Donato, a pochi chilometri dal centro di Bologna. Nell’area si contavano ben cinque grosse cave che davano lavoro a centinaia di cavatori. Verosimilmente, la prima cinta muraria romana della città di Bologna (che risale alla fine del II secolo d.C.) venne costruita con selenite proveniente dalle cave di Monte Donato, così come la copertura delle sue Torri medievali. Le cave furono chiuse definitivamente solo intorno 1970, dopo che lo sfruttamento era divenuto talmente intensivo da provocare dei veri e propri sventramenti nelle colline