Alla nostra Augusta sovrana Regina Elena, un piano melodico Racca

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Alla nostra Augusta sovrana Regina Elena, un piano melodico Racca

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Notizie storico artistiche

Firma
Firmato
Tecnica e supporto
Matita e penna a inchiostro blu su carta
Misure foglio (in mm)
327x222
Iscrizioni
Altezza/è stato col più vivo entusia/smo che la nostra casa di Bologna/a provveduto alla nostra Augusta Sovrana Regina Elena e a S.A.R. la principessa Letizia , un piano melodico Racca....
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Nato in provincia di Cuneo, Giovanni Racca (1843 - 1902) era già residente a Bologna nel 1888 dove, nell’Esposizione Internazionale di musica aveva presentato al pubblico due strumenti meccanici. Dalla frequentazione di botteghe di produttori di strumenti in Italia, e poi all’estero, egli avrebbe tratto indicazioni per sviluppare l’idea e poi realizzare lo strumento dal funzionamento automatico per il quale è conosciuto: il piano melodico, azionabile ruotando una manovella e muovendo le leve del piano e del forte, mentre la musica veniva ottenuta dallo scorrimento di cartoni perforati su di un rullo provvisto di chiodi e dal conseguente battito dei martelletti. (Antonio Campigotto, Testo tratto da "La Ruota e l’Incudine la memoria dell’Industria Meccanica bolognese in Certosa", Minerva, 2016.)
Tra i noti possessori dei Piani Melodici si possono citare la Regina Margherita di Savoia, S.A.R. la Principessa Letizia, il Principe Ereditario Danilo del Montenegro o S.A.R. il Duca degli Abruzzi (che nell’allestire la sua spedizione al polo nord volle che a bordo della Stella polare non mancasse un Piano Melodico). Ultimo ma non per importanza Giovanni Pascoli.
La chiusura avviene nel 1929. La Fondazione Carisbo annovera tra le sue collezioni sette Piani Melodici di Racca: cinque nella Collezione Marino Marini; uno nella Collezione Tagliavini; uno nella Collezione Scala

Alberto Pasquinelli fu uno dei più noti artisti appartenenti alla famosa gilda rubbianesca.
Nato a Bologna nel 1872, si forma al Collegio Artistico Venturoli dove entra nel 1885, appena dodicenne, e ha come insegnante Alfredo Tartarini. E' tra i collaboratori di Rubbiani ai restauri dell'antica basilica di San Francesco, dove nel 1899 disegna la vetrata della cappella Santi. Nel 1898 alcuni suoi disegni di arredi sacri per la chiesa bolognese, sono esposti alla prima Esposizione di Arte Sacra a Torino. Nello stesso anno collabora all'attività del gruppo dell'Aemilia Ars. Nel 1902 il gruppo viene premiato all'Esposizione Internazionale di Torino, per la cui occasione. Pasquinelli realizza dei disegni per merletti nei quali "…secondo la prudente consuetudine di questo gruppo di artisti emiliani, si cerca con sagace ingegnosità, di mettere d’accordo il nuovo con il vecchio applicando per così dire, ritmi antichi a motivi decorativi non ancora usati…Vittorio Pica". Annoverato tra i soci d'onore dell'Accademia di Belle arti di Bologna, pare che l'artista abbia trascorso gli ultimi anni di vita a Trapani.
(notizie tratte da https://www.storiaememoriadibologna.it/pasquinelli-alberto-497675-persona).