Andrea Gioannetti
Andrea Gioannetti
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Inventore
Nerici Bartolomeo
Disegnatore
Nerici Bartolomeo
Luogo e anno di edizione
Lucca, XVIII sec.
Tecnica e supporto
Bulino
Misure foglio (in mm)
297 x 225
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Andrea Gioannetti (Bologna, 6 gennaio 1722 – Bologna, 8 aprile 1800) di nobile famiglia in giovane età manifestò la sua inclinazione per la carriera ecclesiastica entrando nel monastero di Sant'Apollinare in Classe di Ravenna nel 1739. Successivamente proseguì i propri studi a Bertinoro ed a Roma ove ebbe modo di approfondire la passione per le antichità e apprendere la lingua greca antica, ottenendo poi il dottorato in filosofia ed in teologia. Ordinato sacerdote il 19 dicembre 1744, tornò a Bertinoro per insegnare nel seminario camaldolese locale, distinguendosi per la diligenza nelle confessioni, nella catechesi e nella cura dei malati, per colpa dei quali rischiò egli stesso più volte la morte per infezione.
Decano perpetuo del suo ordine per la Romagna dal 29 maggio 1759, nel 1763 divenne procuratore ed economo del monastero di Sant'Apollinare e poco dopo ricoprì la carica di abate, mantenendola sino al 1770. Durante questi anni da capo della comunità locale, si dedicò all'incremento della biblioteca capitolare ed all'istituzione di un museo di numismatica, ingrandendo le proprietà del monastero, ricavandone grano e denaro da donare ai poveri durante la carestia che colpì la città nel 1764-66; in riconoscenza di questi atti, venne ascritto nella nobiltà della Repubblica di San Marino. Tre anni più tardi, nel 1773, divenne lettore di teologia ed abate del monastero di San Gregorio al Monte Celio a Roma, prendendo parte alle dispute tra Gesuiti ed i vari fronti riformisti della chiesa, dimostrandosi ancora una volta conciliatore. Le capacità dimostrate dall'abate Gioannetti nella direzione del monastero fecero sì che la sua persona fosse segnalata al cardinale Giovanni Angelo Braschi, abate commendatario di San Gregorio al Monte Celio, il quale nel febbraio del 1775 venne eletto a pontefice col nome di Pio VI.Eletto vescovo titolare di Emeria e nominato amministratore della sede metropolitana di Bologna il 29 gennaio 1776 dopo la morte del cardinale Vincenzo Malvezzi. Giunse a Bologna il successivo 5 marzo e nei successivi tre mesi iniziò un'accurata visita pastorale nella quale pose una particolare enfasi sul messaggio spirituale da trasmettere alla diocesi.
Papa Pio VI lo elevò al rango di cardinale in pectore nel concistoro del 23 giugno 1777, pubblicandolo ufficialmente nel concistoro del 15 dicembre di quello stesso anno. Il 18 dicembre 1777 ricevette la berretta cardinalizia ed il 30 marzo 1778 il titolo cardinalizio di Santa Pudenziana.
Promosso alla sede metropolitana di Bologna come arcivescovo il 15 dicembre 1777, venne ascritto come membro delle congregazioni del Sant'Uffizio, dell'Indice, per la Disciplina dei Regolri e delle Visite Apostoliche.
La rivoluzione che scoppiò in Francia sul finire del 1792, generò nel contempo anche massicce migrazioni di cristiani verso lo Stato Pontificio e pertanto il cardinale Gioannetti con la sua arcidiocesi fronteggiòdei problemi associati all'influsso di sacerdoti refrattari. L'arrivo delle truppe francesi a Bologna nel giugno del 1796 vide il cardinale avere dei problemi nelle relazioni col Senato cittadino. Il Bonaparte si impegnò per far mantenere al cardinale la sua autorità ma ben presto l'intento del nuovo governo di non riconoscere il cattolicesimo come religione di Stato e le iniziative contro i preti immigranti ed i regolari, tornarono a minare le relazioni tra il cardinale ed il senato cittadino. In un primo momento il cardinale Gioannetti si limitò ad inviare dei segnali attraverso le proprie lettere pastorali sulla necessità di far coesistere lo stato con la religione cattolica, ma con l'inizio del 1797 diede ordine di applicare delle misure per l'espulsione e la confisca di beni ai ribelli, fatti che trovarono risposta nell'abolizione dell'immunità ecclesiastica da parte dei napoleonici e nella confisca dei beni della chiesa da parte loro, il che portò il cardinale a tagliare ogni ponte con i cittadini senatori di Bologna. La costituzione della Repubblica Cispadana nel marzo del 1797, sotto il patrocinio del Bonaparte, dispose se non altro la definizione del cattolicesimo come religione di Stato, ma la situazione mutò nuovamente alcuni mesi dopo quando la Repubblica Cispadana venne unita alla Repubblica Cisalpina della Lombardia (luglio 1797) dove prevalse la linea rivoluzionaria radicale. A questo punto il cardinale si mantenne al di fuori del dibattito che si aprì nella città di Bologna tra il senato, lo stato ed il nuovo regime democratico. L'anno successivo (1798), il cardinale ricevette nuovamente papa Pio VI sulla via dell'esilio verso la Francia: il pontefice venne ospitato per qualche tempo al Collegio di Spagna, come già aveva fatto nel 1782. Nel marzo del 1799, Bologna venne occupata dagli austro-russi ed il cardinale Gioannetti riottenne il controllo della stampa, punendo i sacerdoti "pertinaci nell'errore e nello scandalo" e tentò di porre fine agli eccessi dei reazionari. Prese parte al conclave del 1799-1800 dal quale risultò eletto papa Pio VII. Il cardinale tornò a Bologna il 29 marzo 1800, ma una settimana dopo si ammalò. Morì a Bologna l'8 aprile 1800, all'età di 78 anni.
Decano perpetuo del suo ordine per la Romagna dal 29 maggio 1759, nel 1763 divenne procuratore ed economo del monastero di Sant'Apollinare e poco dopo ricoprì la carica di abate, mantenendola sino al 1770. Durante questi anni da capo della comunità locale, si dedicò all'incremento della biblioteca capitolare ed all'istituzione di un museo di numismatica, ingrandendo le proprietà del monastero, ricavandone grano e denaro da donare ai poveri durante la carestia che colpì la città nel 1764-66; in riconoscenza di questi atti, venne ascritto nella nobiltà della Repubblica di San Marino. Tre anni più tardi, nel 1773, divenne lettore di teologia ed abate del monastero di San Gregorio al Monte Celio a Roma, prendendo parte alle dispute tra Gesuiti ed i vari fronti riformisti della chiesa, dimostrandosi ancora una volta conciliatore. Le capacità dimostrate dall'abate Gioannetti nella direzione del monastero fecero sì che la sua persona fosse segnalata al cardinale Giovanni Angelo Braschi, abate commendatario di San Gregorio al Monte Celio, il quale nel febbraio del 1775 venne eletto a pontefice col nome di Pio VI.Eletto vescovo titolare di Emeria e nominato amministratore della sede metropolitana di Bologna il 29 gennaio 1776 dopo la morte del cardinale Vincenzo Malvezzi. Giunse a Bologna il successivo 5 marzo e nei successivi tre mesi iniziò un'accurata visita pastorale nella quale pose una particolare enfasi sul messaggio spirituale da trasmettere alla diocesi.
Papa Pio VI lo elevò al rango di cardinale in pectore nel concistoro del 23 giugno 1777, pubblicandolo ufficialmente nel concistoro del 15 dicembre di quello stesso anno. Il 18 dicembre 1777 ricevette la berretta cardinalizia ed il 30 marzo 1778 il titolo cardinalizio di Santa Pudenziana.
Promosso alla sede metropolitana di Bologna come arcivescovo il 15 dicembre 1777, venne ascritto come membro delle congregazioni del Sant'Uffizio, dell'Indice, per la Disciplina dei Regolri e delle Visite Apostoliche.
La rivoluzione che scoppiò in Francia sul finire del 1792, generò nel contempo anche massicce migrazioni di cristiani verso lo Stato Pontificio e pertanto il cardinale Gioannetti con la sua arcidiocesi fronteggiòdei problemi associati all'influsso di sacerdoti refrattari. L'arrivo delle truppe francesi a Bologna nel giugno del 1796 vide il cardinale avere dei problemi nelle relazioni col Senato cittadino. Il Bonaparte si impegnò per far mantenere al cardinale la sua autorità ma ben presto l'intento del nuovo governo di non riconoscere il cattolicesimo come religione di Stato e le iniziative contro i preti immigranti ed i regolari, tornarono a minare le relazioni tra il cardinale ed il senato cittadino. In un primo momento il cardinale Gioannetti si limitò ad inviare dei segnali attraverso le proprie lettere pastorali sulla necessità di far coesistere lo stato con la religione cattolica, ma con l'inizio del 1797 diede ordine di applicare delle misure per l'espulsione e la confisca di beni ai ribelli, fatti che trovarono risposta nell'abolizione dell'immunità ecclesiastica da parte dei napoleonici e nella confisca dei beni della chiesa da parte loro, il che portò il cardinale a tagliare ogni ponte con i cittadini senatori di Bologna. La costituzione della Repubblica Cispadana nel marzo del 1797, sotto il patrocinio del Bonaparte, dispose se non altro la definizione del cattolicesimo come religione di Stato, ma la situazione mutò nuovamente alcuni mesi dopo quando la Repubblica Cispadana venne unita alla Repubblica Cisalpina della Lombardia (luglio 1797) dove prevalse la linea rivoluzionaria radicale. A questo punto il cardinale si mantenne al di fuori del dibattito che si aprì nella città di Bologna tra il senato, lo stato ed il nuovo regime democratico. L'anno successivo (1798), il cardinale ricevette nuovamente papa Pio VI sulla via dell'esilio verso la Francia: il pontefice venne ospitato per qualche tempo al Collegio di Spagna, come già aveva fatto nel 1782. Nel marzo del 1799, Bologna venne occupata dagli austro-russi ed il cardinale Gioannetti riottenne il controllo della stampa, punendo i sacerdoti "pertinaci nell'errore e nello scandalo" e tentò di porre fine agli eccessi dei reazionari. Prese parte al conclave del 1799-1800 dal quale risultò eletto papa Pio VII. Il cardinale tornò a Bologna il 29 marzo 1800, ma una settimana dopo si ammalò. Morì a Bologna l'8 aprile 1800, all'età di 78 anni.