Basilica di S. Petronio

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Basilica di S. Petronio

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Notizie storico artistiche

Inventore
Ambrosini Floriano (Ambrosino Friano) (Bologna 1557 - 1621)
Disegnatore
Ambrosini Floriano (Ambrosino Friano) (Bologna 1557 - 1621)
Luogo e anno di edizione
Bologna, 1592
Tecnica e supporto
Acquaforte
Misure foglio (in mm)
455 xx 583
Notizie storico critiche
L'esemplare fa parte di un volume composto da una miscellanea di 131 incisioni rilegate assieme, verosimilmente nel XIX secolo. Le stampe in esso contenute rappresentano mappe, palazzi, chiese, opere scultoree e porte di Bologna e sono datate tra il XVI e il XVIII secolo e realizzate da artisti più o meno noti. Il volume venne acquistato da Alfredo Baruffi nel gennaio del 1939 presso l’antiquario Ernesto Martelli (già direttore della cessata libreria antiquaria Zanichelli in via Santo Stefano 43).
Si tratta di una stampa realizzata dall'architetto Floriano Ambrosini nel 1592. Sostenendo il Cremona nella polemica con Terribilia, prepara per ben tre volte uno studio sulle volte di S. Petronio. Realizza due modelli in legno delle volte di San Petronio e ne ricava questa incisione, datata 10 aprile 1592, che conferma la sua maestria sia in campo grafico che prospettico. Architetto e ingegnere idraulico, amatore di opere d'arte e di libri d'architettura scrittore egli stesso di opere corredate di disegni di sua mano (ne restano altri per la fabbrica di S. Petronio e per la cappella di S. Domenico). La sua attività è documentata dal 1589, anno in cui egli costruisce una cisterna per il convento di S. Giovanni in Monte; nel 1592, nel 1594 costruisce il palazzo Zani, nel 1597, scartati i progetti di Terribilia, esegue il disegno per la cappella dell'Arca in S. Domenico, l'opera sua migliore, a cui lavora fino al 1605; nel 1604 progetta l'elegante e fastoso oratorio di S. Maria della Vita e ne dirige i lavori, compiuti da Bonifazio Socchi nel 1617; si interessa al convoglio delle acque del Po e nel 1605 dà inizio, su suo disegno, ai lavori nella cattedrale di S. Pietro; nel 1615 costruisce la chiesa di S. Antonio, nella cui facciata le lesene creano un movimento dei piani di derivazione vignolesca; infine, nel 1617, riscostruisce e ingrandisce a Imola la chiesa di S. Maria Valverde; opere tuttora esistenti, classiche nella linea architettonica ma barocche nella ricca decorazione di marmi policromi.

Bibliografia
La Basilica di San Petronio in Bologna, Bologna, Cassa di Risparmio, 1983