Beata Vergine della Pioggia

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Beata Vergine della Pioggia

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Inventario
F31588
Categoria:

Notizie storico artistiche

Inventore
Dal Re Marcantonio
Disegnatore
Dal Re Marcantonio
Luogo e anno di edizione
Bologna, 1713
Tecnica e supporto
Acquaforte
Misure foglio (in mm)
350 x 245
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
La stampa, tirata in epoca moderna da antica lastra, si riferisce al Santuario di San Bartolomeo di Reno e Madonna della Pioggia posta in piazzetta della Pioggia all'incrocio tra via Avesella e via Riva di Reno.
L'oratorio di San Bartolomeo (1204) e la sottostante chiesa ebbero una forte vocazione assistenziale che portarono avanti per oltre quattro secoli. Vi erano infatti ospitati pellegrini diretti a Roma e "poveri preti". Nel XVI° secolo, vi venne creato un orfanotrofio per bambini che avevano perso i genitori a causa della peste e delle carestie. Nel 1367, durante alcuni lavori di scavo del canale che doveva fornire acqua al tratto delle Moline, fu rinvenuta un'immagine della Vergine, sulla quale fiorirono alcune "leggende". Le circostanze miracolose del ritrovamento portarono il popolo a voler collocare l'immagine all'interno della chiesa ed ogni anno venne poi portata in processione. Non si sa quando venne collegata alla richiesta di pioggia durante i periodi di siccità, ma a metà del Cinquecento, ebbe inizio la tradizione di una grande processione che faceva il giro delle Quattro Croci ed era seguitissima dai Bolognesi. Nel 1561 Bologna venne colpita da una terribile siccità e il Reggimento autorizzò la processione per ottenere l'interecessione della Vergine conservata in questo tempio . Le preghiere del popolo vennero esaudite. Da allora l'immagine venne considerata ancor più miracolosa. Ecco così spiegata l' origine della doppia denominazione dell'edificio: Chiesa della Madonna della Pioggia o di San Bartolomeo di Reno. La chiesa deve il suo aspetto attuale all'ultimo rifacimento settecentesco, su progetto attribuito all'architetto Alfonso Torreggiani (1682 - 1764), che intervenne sulla struttura cinquecentesca ridisegnando l'assetto decorativo ma lasciandone pressoché inalterate le forme strutturali. La facciata riprende un modello cinquecentesco assai diffuso a Bologna: la chiesa è preceduta da un portico particolarmente alto, con tre arcate a tutto sesto sorrette da semplici colonne. La parte superiore, scandita da tre finestre, era destinata ad oratorio della Compagnia dei Mercanti. La facciata presentava una decorazione pittorica a finte architetture, realizzata nel 1757 ed oggi purtroppo quasi completamente scomparsa. Al centro, un grande orologio scandiva le ore, collegato ad una piccola campana posta sul tetto. All'interno conserva, tra gli altri, dipinti di Agostino Carracci, Ercole Graziani ed ornati di G. Fiorini.