Biglietti da visita di varie personalità dell'Ottocento bolognese

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Biglietti da visita di varie personalità dell'Ottocento bolognese

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Inventario
F36559-1/66
Autore
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Tecnica e supporto
varia
Misure foglio (in mm)
varie
Notizie storico critiche
Questo nucleo di biglietti da visita ottocenteschi era legato da una bandella di carta color avorio con scritto in rosso il numero degli oggetti trattenuti: 66.
Sono appartenuti a Bolognesi o comunque a persone che frequentavano la città. In due, in particolare, vi è un riferimento a Paolo Forlai (1821-1891), dapprima segretario personale e rappresentante legale di Giuseppe Pepoli (1786-1848), poi amministratore del patrimonio del ramo marchionale della famiglia Pepoli fino al 1872 e successivamente amministratore dei beni di Ferdinando Pepoli dal 1874 al 1882 (si noti anche la presenza di numerosi biglietti da visita di componenti di quella nobile famiglia).

- Biglietti dei Pepoli:
I Pepoli che risultano presenti in questa piccola raccolta sono (in ordine alfabetico): Ferdinando, Gioacchino, Ippolito e Ugo. Si segnalano anche Maria Baldi e Anna Padovani, a loro volta mogli di Pepoli. Infine ce n’è uno di una nata Pepoli.
Ferdinando Pepoli (Bologna, 1845-1929) era figlio di Ippolito e Ginevra Margotti. Primo dei figli maschi, ebbe tre sorelle maggiori Maria, Giuseppina e Letizia e due fratelli minori Guido e Carlo. Nel 1865 sposò Clementina Raineri Biscia, dalla quale ebbe l’unico figlio, Antonio.
Gioacchino Pepoli, probabilmente Gioacchino Napoleone Pepoli, nato nel 1825, era figlio del marchese Guido Taddeo e di Letizia Murat (a sua volta figlia di Gioacchino Murat, re di Napoli). Nel 1844 sposò Wilhelmina von Hohenzollern-Sigmaringen, cugina del re di Prussia ed anche sua cugina di secondo grado per via materna. Già giovanissimo divenne propugnatore delle idee liberali e nel 1846 fu tra i firmatari bolognesi della “supplica” indirizzata a Pio IX con cui si auspicavano riforme per lo Stato Pontificio. Nel 1848 fu nominato comandante della Guardia Civica e fu tra i pochissimi nobili che combatterono a fianco dei popolani alla Montagnola in difesa della libertà di Bologna messa in pericolo dagli Austriaci. Finita la rivolta e ripristinato il potere pontificio, rimase in esilio in Toscana dal 1849 al 1852 per poi partecipare nel 1859 all'insurrezione della Legazione delle Romagne, che portò all'annessione della regione al Regno d'Italia. Dal 1860 fu Commissario Generale dell'Umbria nella fase dell'annessione di tale regione nel neonato regno d'Italia. In particolare, Pepoli ebbe un ruolo importante per l'area di Terni in quanto si impegnò per l'edificazione della "Fabbrica d'Armi" nel 1875 e per la creazione nella città umbra dell'attuale Istituto Tecnico Industriale. Fu poi parlamentare dalla VII alla X legislatura, ricoprendo gli incarichi di ministro dell'agricoltura, industria e commercio nel Governo Rattazzi I (1862) e ministro plenipotenziario a San Pietroburgo (1863). Dal 1866 al 1868 fu sindaco di Bologna. Il 12 marzo 1868 venne nominato Senatore del Regno. Morì nel 1881. Il suo archivio personale è oggi conservato all'Archivio di Stato di Bologna.
Ippolito Pepoli (Bologna, 1820-1885), padre di Ferdinando (cfr. sopra). Sposò Ginevra Margotti e, in seconde nozze, Maria Lovati.
Ugo Pepoli (Bologna, 1818-San Lazzaro di Savena, 1896) partecipò, nel settembre 1843, alla fallita spedizione di Ignazio Ribotti col proposito di marciare su Imola, farla insorgere ed impadronirsi poi di tre cardinali Luigi Amat di San Filippo e Sorso, Mastai Ferretti e Chiarissimo Falconieri Mellini, che villeggiavano nei pressi, per tenerli in ostaggio. Ovviamente, come conseguenza, fu costretto all'esilio in Francia. Nel 1845 entrò nella Legione straniera francese e con il grado di sottotenente prestò servizio in Algeria. Rimase nel 1° Reggimento combattendo contro gli Arabi fino al 15 giugno 1848.
Rientrato in Italia, partecipò alla difesa della Repubblica Romana.
Esule nuovamente in Francia, nel settembre 1853 prese parte al tentativo insurrezionale di Felice Orsini negli Appennini centrali nella zona di Sarzana e Massa nell'alta Toscana, piano che fallì sul nascere.
Nel 1855 combatté nella guerra di Crimea. Sempre nello stesso anno, entrò a far parte della Legione anglo-italiana col grado di capitano e vi militò fino al suo scioglimento l'anno successivo.
Nel 1859 entrò nell'esercito dell'Italia centrale e poi in quello italiano, raggiungendo il grado di generale. Nel 1876 fu nominato da Vittorio Emanuele II, di motu proprio, suo aiutante di campo onorario.
Maria Baldi Pepoli si tratta più precisamente di Maria Teresa Baldi della Capellina, moglie di Ferdinando Pepoli (1794-1865), madre di Ugo e Ippolito.
Anna Padovani, terza moglie di Antonio Pepoli (1793-1862).
Antonietta Pepoli (Bologna, 1849-1887), figlia di Gioacchino-Napoleone Marchese Pepoli e Wilhelmina von Hohenzollern-Sigmaringen, sposò Carlo Taveggi.
Clemente Taveggi, suocero di Antonietta Pepoli, nacque tra il 1795 e il 1796. Proseguì l'attività del padre Agostino svolgendo la professione di avvocato. Di lui sappiamo che intorno agli anni Sessanta dell'Ottocento ricoprì la carica di vice presidente del Corpo amministrativo degli Spedali di Bologna e che intrattenne importanti rapporti epistolari, tra cui si segnalano quelli con Carlo Pepoli.
Morì nella seconda metà dell'Ottocento.

- Biglietti di altre personalità:
Tra gli altri personaggi di cui abbiamo il biglietto, ne spiccano alcuni degni di nota: Giuseppe Ceneri, Raffaele Faccioli, Gaetano Giordani, Luigi Tanari e altri.
Giuseppe Ceneri (Bologna, 1827-1898) avvocato, già collaboratore di Marco Minghetti nella Commissione legislativa dell’Assemblea delle Romagne e professore di Diritto all’Università, fondò nel 1867 l’Unione Democratica Bolognese diventandone il primo presidente, mentre il primo segretario fu Giosuè Carducci. Fu eletto senatore del Regno d’Italia nella XVI legislatura e fu membro della loggia romana “Propaganda massonica” del Grande Oriente d’Italia.
Raffaele Faccioli (Bologna, 1845– 1916) pittore e architetto, diresse l’Ufficio Regionale per la conservazione dei monumenti dell’Emilia. A partire dal 1876, seguendo i criteri del tempo, a Bologna eseguì numerosi restauri in edifici monumentali (Complesso di Santo Stefano, Casa Isolani, Palazzo Comunale, Palazzo Guastavillani ecc.). Nel 1879 fu chiamato all'Accademia di Belle Arti di Bologna e ne fu presidente dal 1905 alla morte. Nell'ultima parte della sua vita fu anche amministratore del Collegio artistico Venturoli. Per quanto attiene la sua attività di pittore, l’abilità tecnica, la cura dei particolari e il moralismo sentimentale gli fecero incontrare il gusto del pubblico e l'apprezzamento della critica. Nel 2002 gli furono dedicate una mostra e una monografia: Paolo Stivani, Raffaele Faccioli 1845-1916, Bologna, Associazione Bologna per le arti, 2002.
Gaetano Giordani (Budrio [Bologna], 1800-Bologna, 1873) fu storico dell’arte, erudito e autore di numerosi e pregevoli saggi di argomento storico-artistico bolognese e di varie guide della Pinacoteca di Bologna, della quale fu ispettore.
Luigi Tanari (Bologna, 1820-1904) fu agronomo e patriota. Partecipò ai moti del 1848 e nel 1859 fu presidente del Comitato bolognese della Società Nazionale, entrando a far parte della Giunta Provvisoria di Governo. Dopo l’unificazione italiana venne eletto deputato e nel 1861 nominato senatore. Per sette anni ricoprì inoltre la carica di Prefetto di Bologna. Studioso di problemi agricoli, si interessò delle condizioni delle campagne emiliano-romagnole e nel 1884 divenne presidente della Società Agraria Bolognese.

- Biglietti di ecclesiastici:
Vi sono due biglietti di ecclesiastici: il cardinale Alberghini e il cardinale Spinola. Quest’ultimo, Ugo Pietro Spinola (Genova, 1791-Roma, 1858) fu legato pontificio a Bologna nel 1835 e dal 1841 al 1843. Viene ricordato per aver represso duramente i moti di Savigno, promossi nel 1843 dalla Legione Italica, il braccio armato della Giovine Italia.