Bologna, Progetto per L’impianto di una Strada che dal Cimitero Comunale condur deve in Strada S. Felice

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Bologna, Progetto per L’impianto di una Strada che dal Cimitero Comunale condur deve in Strada S. Felice

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Inventario
F36790
Categoria:

Notizie storico artistiche

Firma
Tubertini Giuseppe
Tecnica e supporto
matita e penna con acquerello policromo su cartone
Misure foglio (in mm)
935x435
Iscrizioni
nella parte superiore, a sinistra, si leggono il “dettaglio delle parziali occupazioni della nuova Strada” e le specifiche dei terreni e delle proprietà circostanti. A destra la specifica dei terreni da “tagliare” e delle porzioni eventualmente restanti.
Marche e altre note manoscritte
Nella cornice inferiore, a sinistra, è stato apposto -al rovescio- un timbro di colore rosso della Cassa di Risparmio in Bologna. Sullo stesso lato, ma in alto, è riportato il n. 760 (?). Sul verso si legge: “Pianta n. LXVIII descritta dal Comelli in Piante e vedute della città di Bologna. Questa pianta era in quadro”.
Notizie storico critiche
Giuseppe Tubertini (Budrio, 1759 – Bologna, 1831) discendeva da un'antica famiglia risalente al Quattrocento. Frequentò l'Accademia Clementina di Bologna, dove ebbe per maestro Giuseppe Jarmorini e vinse due volte, nel 1779 e nel 1780, il premio “Marsili Aldrovandi” per l'architettura. Acquisì in breve tempo una vasta notorietà per le sue intuizioni e capacità interpretative del gusto neoclassico sostenuto dall'Accademia bolognese. La sua carriera fu rapidissima. A trentun anni era già “Principe” (presidente) dell'Accademia che lo aveva visto studente. Pochi anni dopo venne nominato architetto capo e pubblico ingegnere del Comune di Bologna.
A Budrio progettò la ristrutturazione della chiesa di sant'Agata, sua opera prima, e la ristrutturazione del transetto e della cappella maggiore della chiesa di San Lorenzo. A Bologna progettò opere di grande rilievo come lo scalone del Palazzo Comunale (1775), la cupola della chiesa di Santa Maria della Vita (1787), la cappella di Santa Maria degli Ansaldi, la scala con il colonnato della Biblioteca Comunale Magnani presso San Domenico, la Sala del Pantheon alla Certosa di Bologna, la Cappella dei Notai, gli oratori di Santa Maria dei Guarini (1788) e di San Giovanni dei Fiorentini, lo Sferisterio della Montagnola (1817-1820), i lavori presso il Teatro Comunale, l'ampliamento della chiesa della Santissima Trinità e il palazzo delle Scuole Pie. Con la sua azione influenzò notevolmente l'urbanistica cittadina del primo Ottocento. Numerosi furono i suoi interventi anche fuori città. Fra questi, la costruzione del teatro comunale di San Giovanni in Persiceto e delle chiese di Santa Maria Assunta e di San Danio ad Amola del Piano.
Di una certa rilevanza, come abbiamo visto, fu l’impegno professionale dispiegato da Tubertini nel nuovo cimitero della Certosa: oltre al già citato Pantheon, realizzò anche il monumento funerario della famiglia Cella nel chiostro I (Ori, 1981, p. 80) e l’emiciclo del chiostro V. Molto probabilmente, quindi, nel progettare questa strada, unì tale interesse a quello derivante dal suo incarico comunale. Il progetto, come si può facilmente intuire, non fu portato avanti.
Da quello che sembra di capire dalla mappa, la strada avrebbe dovuto essere tracciata nella zona compresa tra quelli che sono viale Gandhi, viale Pertini e via Marzabotto per sbucare nella odierna via Saffi (allora via San Felice, come prolungamento della strada entro Porta). Il toponimo Otto Colonne, che si legge nella parte inferiore del disegno, non deve trarre in inganno. Non può trattarsi dell’omonimo vicolo che connette via Lame con via dell’Abbadia. A Bologna, infatti, tale toponimo, è più volte segnalato per indicare un edificio provvisto di un portico sostenuto, per l’appunto, da otto colonne.