Brenno getta la spada sulla bilancia
Brenno getta la spada sulla bilancia
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Datazione
Firma
Firmato
Tecnica e supporto
Sanguigna e biacca su carta bruna
Misure foglio (in mm)
433x600
Iscrizioni
"Gaetano Gandolfi inventò e disegnò"
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Il contenuto del qui presente volume, probabilmente realizzato intorno al 1806, e di cui fa parte questo foglio, è chiarito dal frontespizio (vedi inv. n.412). La sua storia è complessa e ancora non del tutto risolta. Si compone di: 3 disegni originali del Gandolfi, 22 disegni del Gandolfi riproducenti dipinti famosi conservati a Bologna, 2 di Domenico Maria Fratta, 2 del Sansoni e uno di tal Stanzani di Medicina, copia di un'opera del Franceschini (inv. n. 412-442). Tali disegni sono stati incollati sulle pagine dell'album e incorniciati con fregi neoclassici con sotto una dicitura esplicativa. L'origine di tale album si collega ad Antonio Buratti, noto collezionista bolognese, che aveva commissionato i disegni al Gandolfi con l'intento di trarne una serie di incisioni. Il qui presente album fu scoperto da Guido Zucchini sul mercato antiquario e a lui si devono i primi studi di approfondimento, pubblicati in Atti e memorie dell'Accademia Clementina nel 1953. Si scopre così che i fratelli Buratti misero in vendita la loro immensa collezione di stampe e disegni in blocco ma non avendo avuto nessuna richiesta decisero quindi di venderla a pezzi separati. Il volume n. 88 conteneva proprio i "Disegni di Gaetano Gandolfi delle più celebri tavole d'altare esistenti nelle chiese di Bologna", copiati intorno al 1760. L'attuale frontespizio, che la Lui dice disegnato da Giacomo Pecila, reca la data 1806, e fu inserito in seconda battuta insieme probabilmente agli altri disegni non del Gandolfi. Il frontespizio ci informa che l'album contiene quadri che erano in parte consunti dalla vecchiaia, in parte trafugati dai francesi e solo successivamente restituiti.
Soggetto o iconografia
Il disegno raffigura l'episodio del condottiero gallo Brenno durante il sacco di Roma del 390 a.C. quando gettò la sua spada sulla bilancia che doveva pesare il bottino richiesto ai romani per riscattare la città, dicendo: "Vae victis!" (guai ai vinti!)
Bibliografia
Atti e memorie dell'Accademia Clementina, Bologna 1953, p. 50; Strenna Storica Bolognese, Bologna 1971, p. 91; A. Emiliani (a cura di), Le Collezioni della Cassa di Risparmio in Bologna - I disegni 1. dal Cinquecento al Neoclassicismo, Bologna 1977; F. Lui, in "Studi in onore di Stefano Tumidei"
a cura di Andrea Bacchi, Luca Massimo Barbero; pp. 435-445, Venezia Bologna 2016;
a cura di Andrea Bacchi, Luca Massimo Barbero; pp. 435-445, Venezia Bologna 2016;
Note
Esiste il passepartout