Caput S. Petroni Bononiae Episcopi
Caput S. Petroni Bononiae Episcopi
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Inventore
Giardoni Francesco (Roma, 1692-1757)
Disegnatore
Galli Bibiena Giovanni Carlo (Bologna, 1717 – Lisbona, 1760)
Luogo e anno di edizione
Bologna, dopo il 1743
Tecnica e supporto
Acquaforte e bulino
Misure foglio (in mm)
555 x 380
Notizie storico critiche
L'esemplare fa parte di un volume composto da una miscellanea di 131 incisioni rilegate assieme, verosimilmente nel XIX secolo. Le stampe in esso contenute rappresentano mappe, palazzi, chiese, opere scultoree e porte di Bologna e sono datate tra il XVI e il XVIII secolo e realizzate da artisti più o meno noti. Il volume venne acquistato da Alfredo Baruffi nel gennaio del 1939 presso l’antiquario Ernesto Martelli (già direttore della cessata libreria antiquaria Zanichelli in via Santo Stefano 43).
Il nuovo reliquiario per accogliere il capo di San Petronio fu realizzato dall'orafo Francesco Giardoni nel 1743
(Roma, 1692-1757). La sua formazione avvenne tra il 1703 e il 1708 presso la bottega romana di Paolo Andrea Gamba, dove fu presente come "garzone"; nel 1712 figurava come "lavorante" nella bottega di Bernardino Spada. I modelli stilistici del Giardone, di gusto ancora decisamente barocco, furono senza dubbio influenzati da grandi argentieri come Giovanni Giardini. La perizia tecnica e l'abilità artistica del G. dovevano essere ben note anche al di fuori dell'ambiente artistico e culturale della città se, nel 1730, la corporazione dei mercanti di Foligno commissionò a lui (e a Filippo Tofani) la statua di S. Feliciano per il duomo della città, da porre sulla sedia realizzata dall'argentiere Adolfo Gaap.
Il nuovo reliquiario per accogliere il capo di San Petronio fu realizzato dall'orafo Francesco Giardoni nel 1743
(Roma, 1692-1757). La sua formazione avvenne tra il 1703 e il 1708 presso la bottega romana di Paolo Andrea Gamba, dove fu presente come "garzone"; nel 1712 figurava come "lavorante" nella bottega di Bernardino Spada. I modelli stilistici del Giardone, di gusto ancora decisamente barocco, furono senza dubbio influenzati da grandi argentieri come Giovanni Giardini. La perizia tecnica e l'abilità artistica del G. dovevano essere ben note anche al di fuori dell'ambiente artistico e culturale della città se, nel 1730, la corporazione dei mercanti di Foligno commissionò a lui (e a Filippo Tofani) la statua di S. Feliciano per il duomo della città, da porre sulla sedia realizzata dall'argentiere Adolfo Gaap.