Cartoccio per luminarie festose e politiche
Cartoccio per luminarie festose e politiche
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Tecnica e supporto
acquerello (?) a due tinte su carta filigranata
Misure foglio (in mm)
283x382
Notizie storico critiche
Alfredo Baruffi scriveva testualmente sulla carpetta di conservazione di questo disegno: “cartoccio o trasparente per luminarie festose e politiche”. Il foglio proviene dagli Eredi Romagnoli, che vendettero grande parte della collezione paterna alla CARISBO nel 1932.
Si ricorderà che, durante il Risorgimento, fu utilizzato l’acrostico “W V.E.R.D.I.” per alludere a “W Vittorio Emanuele Re d’Italia”. Se da un lato inneggiava il famoso compositore Giuseppe Verdi e quindi appariva politicamente innocuo, dall'altro “W V.E.R.D.I.” poteva acquistare un preciso significato politico anti-austriaco. Nell'opera Un ballo in maschera che si rappresentò al Teatro Apollo di Roma il 17 febbraio 1859, gli spettatori lessero nelle lettere che componevano il cognome del celebre musicista le iniziali delle parole "Vittorio Emanuele Re D'Italia", riempiendo così di significati patriottici nei confronti dell'Italia il nome del compositore e riuscendo, nel contempo, ad evitare la censura. D’altronde, lo slogan non era casuale, visto che l’arte di Verdi fu da subito popolare, mai elitaria e che molte sue pagine corali esprimono un sincero amore patriottico. Inoltre, a Londra conobbe e frequentò Mazzini e dopo l’incontro con Cavour venne indotto ad aderire al progetto di unificazione d’Italia sotto la guida dei re della casa dei Savoia.
Forse questo foglio è di un periodo successivo, ma il fatto che il nome del sovrano non sia svolto del tutto, lascia sospettare che possa invece trattarsi di esecuzione di un periodo precedente il 1861.
Si ricorderà che, durante il Risorgimento, fu utilizzato l’acrostico “W V.E.R.D.I.” per alludere a “W Vittorio Emanuele Re d’Italia”. Se da un lato inneggiava il famoso compositore Giuseppe Verdi e quindi appariva politicamente innocuo, dall'altro “W V.E.R.D.I.” poteva acquistare un preciso significato politico anti-austriaco. Nell'opera Un ballo in maschera che si rappresentò al Teatro Apollo di Roma il 17 febbraio 1859, gli spettatori lessero nelle lettere che componevano il cognome del celebre musicista le iniziali delle parole "Vittorio Emanuele Re D'Italia", riempiendo così di significati patriottici nei confronti dell'Italia il nome del compositore e riuscendo, nel contempo, ad evitare la censura. D’altronde, lo slogan non era casuale, visto che l’arte di Verdi fu da subito popolare, mai elitaria e che molte sue pagine corali esprimono un sincero amore patriottico. Inoltre, a Londra conobbe e frequentò Mazzini e dopo l’incontro con Cavour venne indotto ad aderire al progetto di unificazione d’Italia sotto la guida dei re della casa dei Savoia.
Forse questo foglio è di un periodo successivo, ma il fatto che il nome del sovrano non sia svolto del tutto, lascia sospettare che possa invece trattarsi di esecuzione di un periodo precedente il 1861.