Cartoccio per luminarie festose e politiche - Emblema cardinalizio con iniziali T.C.B

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Cartoccio per luminarie festose e politiche - Emblema cardinalizio con iniziali T.C.B

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Inventario
F36553
Autore
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Tecnica e supporto
stampiglia acquerellata a due colori su carta filigranata
Notizie storico critiche
La stampiglia risulta quella con il simbolo più stilizzato presente in quelle possedute. Si tratta, ad evidenza, di un emblema cardinalizio, come dimostra la presenza del galero, cappello a tesa larghissima munito, come accessorio indipendente e staccato, di una fioccatura di nappe. Chi scrive non è purtroppo riuscita a risalire a chi possano riferirsi le lettere TCB. Il cartoccio è chiuso, come fosse pronto all’uso.
Prima dell’avvento dell’illuminazione elettrica le strade anche nelle città erano ovviamente molto buie. Le feste erano dunque l’occasione principale per accendere luci con gran profusione, tanto è vero che nei manifesti che ne annunciavano lo svolgimento era presente l’indicazione della presenza di luminarie e di “fuochi di gioja” (i moderni fuochi d’artificio). Da uno studio di Mirtide Gavelli, apprendiamo che le luminarie erano quasi sempre affidate alla creatività e alla disponibilità economica dei privati o delle istituzioni pubbliche ed erano realizzate con torce o (specialmente all’interno dei palazzi) con candelabri e ceri, che ne costituivano l’anima. L’esterno era invece formato dai cosiddetti “cartocci”, ovvero fogli di carta, come quello qui proposto, stampati con tecnica litografica o xilografica, generalmente dall’aspetto molto popolare, a disegni vari, in bianco e nero ma anche a colori e, in genere, ispirati all’evento da celebrare, conferendo alle facciate delle case o alle piazze una più rilevante aria di festa e di gioia.