Cherubino Ghirardacci

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Cherubino Ghirardacci

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Inventario
F31329
Categoria:

Notizie storico artistiche

Inventore
Calvi Jacopo Alessandro detto il Sordino (Bologna, 1740 – 1815) ?
Luogo e anno di edizione
Bologna, XVIII sec.
Tecnica e supporto
Bulino
Misure foglio (in mm)
378 x 250
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Cherubino Ghirardacci(Bologna 1519-1598 ) entrò nell'Ordine agostiniano assai giovane, intorno al 1532, e nel 1533. Dal 1532 al 1548 attese alla propria formazione a Bologna, Roma, Siena e forse Venezia. Accanto agli studi sviluppò un'intensa attività di calligrafo e miniatore. Nel 1548 rientrò a Bologna, dove da allora risiedette stabilmente nel convento di S. Giacomo Maggiore, allontanandosi solo per brevi periodi. Durante la permanenza nel convento di S. Giacomo Maggiore si dedicò principalmente alla miniatura, all'illustrazione dei testi e allo studio delle antiche carte del convento, da cui nacque quella abitudine alla consultazione dei ocumenti d'archivio che gli consentì poi di affrontare la stesura della Historia di Bologna.
A partire dagli anni Settanta, principiò a comporre la Historia di Bologna. Gli studi preparatori lo impegnarono a lungo. La storiografia bolognese della prima età moderna si mostrava vivace e multiforme e, soprattutto a partire dalla seconda metà del Cinquecento, avviava una ricerca intesa a mettere in rilievo una comune consapevolezza sociale e cittadina. Essa esprimeva però una situazione di grave ritardo rispetto a città dalle tradizioni storiografiche ben più consolidate, come Firenze e Venezia. Un deciso stimolo agli studi storiografici bolognesi provenne dal cardinale Gabriele Paleotti, di cui sono noti gli influssi su Carlo Sigonio. Anche l'opera del G. si sviluppò grazie alla protezione del cardinale, decisiva nel superare gli ostacoli posti dal Senato alla pubblicazione del primo volume.
In quest'ambito, il lavoro del G., del quale non va dimenticata la significativa scelta del volgare, assunse anche un rilievo quantitativo nuovo, in quanto abbracciava un arco temporale che va dalla fondazione della città al 1509, e fu certamente il più impegnativo tentativo di dare a Bologna quella ricostruzione delle proprie vicende storiche, fino a sfiorare la contemporaneità, di cui la città era priva. Nella ricerca del G. affiorava inoltre un'ammirazione per l'opera politica di Annibale Bentivoglio, e il modello di governo ideale che il G. sembrava proporre richiama quello di Bologna sotto l'egemonia bentivolesca. Appare quindi evidente come la Historia non fosse in sintonia con i sentimenti prevalenti nell'oligarchia dominante e come il suo modello politico di riferimento fosse tramontato da tempo. L'importanza e il valore metodologico della Historia risiedono nel fatto che il suo autore ha assunto come fondamento della ricerca la verifica archivistica delle informazioni, non limitandosi a ripetere affermazioni tradizionalmente date per acquisite.