Clavicembalo Giovanni Battista Giusti 1679
Clavicembalo Giovanni Battista Giusti 1679
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Autore
Categoria:
Parole chiave:
Notizie storico artistiche
Datazione
Firma
IO: BAPTA: IVSTVS LVCEN: FERRAR: MDCLXXIX; GBG/1679
Misure
230 x 90,5 x 97 cm
Iscrizioni
Nome e data (listello frontale, tasti e salterelli).
MARCHIO LVDOVICVS DE BOLOGNINIS e il motto LEAVTE (telaio del supporto).
MARCHIO LVDOVICVS DE BOLOGNINIS e il motto LEAVTE (telaio del supporto).
Notizie storico critiche
Lo strumento, come testimonia l’iscrizione che esso reca, è stato costruito a Ferrara. Esso va quasi certamente identificato con uno di quei due clavicembali che il nobile ferrarese Ippolito Bentivoglio aveva fatto costruire ad un “cimbalaro” proprio nel 1679, ricorrendo all’aiuto di Giovanni Legrenzi, allora a Venezia, onde procurarsi il miglior materiale. Varie lettere di Legrenzi a Bentivoglio, pubblicate e studiate da Arnaldo Morelli, ci informano che Legrenzi reperì ed inviò una trave di cipresso “di Candia di longhezza dodeci palmi et larghezza due […] tanto vecchio e stagionato che non può essre meglio” (lettere del 3 e dal 24 dicembre 1678), oltre “a sei pezzi [di cipresso] segati ed uno grande, che cotesto cimbalaro potrà a suo piacimento far segare, […] dell’istesso trave che era il già trasmessogli” (lettera dell’8 aprile 1679), vari pezzi d’avorio e “un pezzo di libre sei d’ebano” (ibidem).
L’identificazione di tale cembalaro in Giovanni Battista Giusti è pienamente confermata grazie al ritrovamento e alla pubblicazione, da parte di Sergio Monaldini, di quattro lettere scritte da Lucca da Giacomo Lucchesini ad Ippolito Bentivoglio il 14 giugno, il 15 novembre 1679, il 24 luglio 1680 e in data non specificata, ma certo intermedia alla seconda e alla terza. Le lettere vertono su una spinetta a due registri (Principale e Ottavina) e due tastiere che “il Giusti cimbalaro” costruiva in quei mesi per il Bentivoglio, su modello offertogli dal proprio maestro Girolamo Zenti, e che fu spedita, via Bologna, la domenica 21 luglio 1680.
Catalogo della Collezione Tagliavini (2008) Vol. I, p.177.
L’identificazione di tale cembalaro in Giovanni Battista Giusti è pienamente confermata grazie al ritrovamento e alla pubblicazione, da parte di Sergio Monaldini, di quattro lettere scritte da Lucca da Giacomo Lucchesini ad Ippolito Bentivoglio il 14 giugno, il 15 novembre 1679, il 24 luglio 1680 e in data non specificata, ma certo intermedia alla seconda e alla terza. Le lettere vertono su una spinetta a due registri (Principale e Ottavina) e due tastiere che “il Giusti cimbalaro” costruiva in quei mesi per il Bentivoglio, su modello offertogli dal proprio maestro Girolamo Zenti, e che fu spedita, via Bologna, la domenica 21 luglio 1680.
Catalogo della Collezione Tagliavini (2008) Vol. I, p.177.
Descrizione
Titolo: Clavicembalo di Giovanni Battista Giusti (Ferrara, 1679)
Numero di inventario: Collezione Tagliavini B2
Nome dell'oggetto (IT/ENG): Clavicembalo / Harpsichord
Classificazione: Strumenti a tastiera a corde pizzicate
Creatore: Giovanni Battista Giusti di Lucca
Luogo di produzione: Ferrara
Data: 1679
Dimensioni (L x W x H): 235 cm x 90,5 cm x 97 cm
Ambito: 53 tasti (Sol0, La0 - Do5)
Registri: 8' x 8' x 4'
Autori: Giovanni Battista Giusti - strumento; Giuseppe Zola, (Brescia, 1672-Ferrara, 1743) - dipinto coperchio
Data di acquisizione: 1971
Restauri: Tamburini di Crema, ditta - strumento (1974); Otello Caprara - cassa levatoia (1974); Marisa Caprara - dipinto coperchio (1986); Arnaldo Boldrini e Renato Carnevali - strumento (1989)
Numero di inventario: Collezione Tagliavini B2
Nome dell'oggetto (IT/ENG): Clavicembalo / Harpsichord
Classificazione: Strumenti a tastiera a corde pizzicate
Creatore: Giovanni Battista Giusti di Lucca
Luogo di produzione: Ferrara
Data: 1679
Dimensioni (L x W x H): 235 cm x 90,5 cm x 97 cm
Ambito: 53 tasti (Sol0, La0 - Do5)
Registri: 8' x 8' x 4'
Autori: Giovanni Battista Giusti - strumento; Giuseppe Zola, (Brescia, 1672-Ferrara, 1743) - dipinto coperchio
Data di acquisizione: 1971
Restauri: Tamburini di Crema, ditta - strumento (1974); Otello Caprara - cassa levatoia (1974); Marisa Caprara - dipinto coperchio (1986); Arnaldo Boldrini e Renato Carnevali - strumento (1989)
Bibliografia
Boalch (1974), p. 52.
van der Meer (1974, II), pp. 138 e 142.
Henkel (1979, I), p. 114.
Mischiati (1979, I), p. 181 e illustr. 251.
Tagliavini-van der Meer (1987), pp. 64-73, 204-205, 222-223.
Barbieri (1989), p. 161.
Morelli (1994), pp. 56, 68-70.
Boalch-Mould (1995), pp. 70-71, 328-331.
Wraight (1997), I, p. 140, II, pp. 172-173 (W148).
Monaldini (2000), pp. 393-394, 408-409, 434.
Tagliavini (2007).
van der Meer (1974, II), pp. 138 e 142.
Henkel (1979, I), p. 114.
Mischiati (1979, I), p. 181 e illustr. 251.
Tagliavini-van der Meer (1987), pp. 64-73, 204-205, 222-223.
Barbieri (1989), p. 161.
Morelli (1994), pp. 56, 68-70.
Boalch-Mould (1995), pp. 70-71, 328-331.
Wraight (1997), I, p. 140, II, pp. 172-173 (W148).
Monaldini (2000), pp. 393-394, 408-409, 434.
Tagliavini (2007).
Mostre
Esposizione fuori catalogo alla Mostra del Settecento a Ferrara (1971), a cura di Eugenio Riccomini.
Note
Esposto al Museo di San Colombano-Collezione Tagliavini (Genus Bononiae).