Clavicembalo Mattia de Gand 1685

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Clavicembalo Mattia de Gand 1685

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Notizie storico artistiche

Datazione
Firma
Ce Clavesin est fait <…> Monsu Matt <…> Gand
Misure
244,7 x 93,4 x 96,6 cm
Iscrizioni
Nome - iscrizione a penna su uno degli squadretti di pioppio tra fondo e fascia lunga.

Data "1685" in rilievo sulla lista dorata applicata al bordo anteriore del coperchio. Sulla stessa lista sono graffite due scritte: a sinistra la parola "pozzo" o "pazzo", a destra le iniziali C.B.

Dietro il pannello anteriore di chiusura è graffito e ribadito a penna il nome M.a Del Prete.

Riparatore G.ni Botteri 5/29-13 (sul verso del listello frontale)
Etichetta a stampa dello stesso Giovanni Botteri "Fabbricante Accordatore – Riparazioni a Pianoforti antichi e moderni […] abitante e operante a Venezia, San Samuele, Calle Orbi n° 3034" (incollata sulla parete frontale della lista-guida del registro anteriore; sulla stessa etichetta indicazione a penna: "Li 24 Giugno 1913").

Sull'altro lato dello squadretto recante la firma del costruttore vi è l'iscrizione "Gio. Do° Cianchi di Porta / <…> XXVma".
Notizie storico critiche
Una delle due iscrizioni rinvenute su uno dei due squadretti tra fondo e fascia lunga attribuisce, in lingua francese, la costruzione dello strumento a Mattia de Gand, alias “Monsù Mattia fiamengo”, cembalaro attivo a Roma negli ultimi decenni del Seicento e nei primi del Settecento, operante nel 1695 nella bottega di Giuseppe Boni, l’altra firma, quella di Gio. D[omenico] Cianchi può essere quella d’un suo collaboratore. La data 1685 figurante sulla cassa esterna coincide verosimilmente con quella della costruzione dello strumento. Il fatto che Mattia di Gand abbia celato la sua firma indica certo che egli, allora poco meno o poco più che ventenne, lavorava per un altro maestro, forse già Giuseppe Boni. Lo strumento era probabilmente destinato ad una nobile famiglia, forse in occasione d’un matrimonio, data la presenza di due stemmi appaiati sulla ribalta del coperchio. Secondo le ultime indagini, lo strumento in origine è stato traspositore di tastiera; l’ambito della tastiera è stato successivamente esteso verso il grave con l’aggiunta delle note Fa0 e Sol#0. In epoca posteriore, verosimilmente nella seconda metà del XVIII secolo, l’ambito è stato ulteriormente ampliato e portato nell’acuto al Fa5. Un’analogia tra i frontalini dei tasti e quelli d’un cembalo tardo-settecentesco attribuibile ad Ignazio Mucciardi (conservato al Museum für Hamburgische Geschichte di Amburgo) fa ritenere verosimile a Denzil Wraight che l’intervento al cembalo di Mattia di Gand possa essere stato compiuto da Mucciardi. Ultimamente lo strumento si trovava a Venezia, ove aveva subìto una “riparazione” ad opera di Giuseppe Botteri nel 1913.

Mattia de Gand (anche de Gà, Degà), nato tra il 1663 e il 1667, noto come “Monsù Mattia fiamengo”, ma di cui non è conosciuto il cognome, fu attivo a Roma. La prima attestazione della sua presenza è del 1695, allorché era aiutante di Giuseppe Boni assieme a un Giuliano d’Orazio marchigiano. Tra il 1702 e il 1740 aveva una propria bottega. Di Gio. D. Cianchi, il cui cognome rivela un’origine toscana, non si hanno notizie.

Catalogo della Collezione Tagliavini (2008) Vol. I, p. 180.
Descrizione
Titolo: Clavicembalo di Mattia de Gand ([Roma], 1685)
Numero di inventario: Collezione Tagliavini B3
Nome dell'oggetto (IT/ENG): Clavicembalo / Harpsichord
Classificazione: Strumenti a tastiera a corde pizzicate
Costuttore: Mattia de Gand
Luogo di costruzione: [Roma]
Data: 1685
Dimensioni (L x W x H) : 244,7 x 93,4 x 96,6 cm
Ambito: 60 tasti. Fa0, Sol0 - Fa5
Registri: 8' x 8'
Autori: Mattia de Gand - strumento; Jan Frans van Bloemen ("Monsù Orizzonte"), attr. - dipinto coperchio
Data di acquisizione: 1976
Restauri: Giovanni Botteri di Venezia - strumento (1913); Marisa Caprara - decorazione pittorica (1983); laboratorio "Mastro del Legno" (Arnaldo Boldrini, Renato Carnevali) - strumento (1997)
Bibliografia
"Collezione Tagliavini. Catalogo degli strumenti musicali", a cura di John Henry van der Meer e Luigi Ferdinando Tagliavini, Bononia University Press, Bologna 2008. Volume I, pp. 180-193: B3 Clavicembalo
Note
Esposto al Museo di San Colombano - Collezione Tagliavini