Contadina seduta
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Genera il pdfNotizie storico artistiche
Datazione
Firma
firmato e datato in alto a destra
Tecnica e supporto
penna su carta bianca
Misure foglio (in mm)
234 x 173
Iscrizioni
In alto: Q. Martini 933/
sul passpartout: Quinto Martini/L'orto 1934 n, XII
sul passpartout: Quinto Martini/L'orto 1934 n, XII
Notizie storico critiche
Figlio di contadini, nonostante l’umile ambiente in cui trascorse l’infanzia, iniziò sin da bambino ad alternare il lavoro dei campi con il disegno e «l’impastar mota, cercando di ritrarre i corpi degli uomini che dormivano», come ricorderà egli stesso anni dopo. Un ruolo decisivo nel suo percorso rivestì l’incontro con Soffici, avvenuto a Poggio a Caiano nel 1925, quando il M. si presentò con alcuni suoi lavori al maestro, che decise di coltivarne la formazione, aprendogli la sua biblioteca e introducendolo nel mondo dell’arte. Così, già nel 1926 il M. poté pubblicare dei disegni su Il Selvaggio e, l’anno successivo, non ancora ventenne, esordì esponendo alcuni dipinti nella prima collettiva del gruppo costituitosi intorno alla rivista, con, fra gli altri, M. Maccari, C. Carrà, O. Rosai, G. Morandi, e lo stesso Soffici.
Da allora il M. iniziò a dedicarsi con costanza all’attività artistica, dividendosi fra pittura e scultura, ambiti espressivi che coltiverà in modo parallelo, e tuttavia autonomo, per tutto il corso della propria vita.
Nel 1928-29, chiamatovi per il servizio di leva, il M. si trasferì a Torino, soggiorno che si rivelò importante nell’aprirgli nuovi orizzonti culturali, permettendogli di venire in contatto con un contesto meno chiuso e provinciale di quello fiorentino. Qui, difatti, il M. frequentò il Gruppo dei Sei pittori e l’ambiente intellettuale di C. Pavese e F. Casorati, rappresentanti di una cultura antifascista rivolta a Parigi e alla sue novità artistiche. Ritornato a Seano, il M. riprese a frequentare con assiduità Soffici che, fra il 1932 e il 1934, lo scelse come aiuto per alcuni lavori a fresco. A questo periodo risalgono i primi dipinti di Mendicanti, tema indagato intensamente tra il 1933 e il 1943, sul quale il M. tornerà sovente anche nei decenni successivi. In questo giro di anni, tuttavia, l’interesse dell’artista si andò sempre più spostando verso la scultura. Nel 1935 il M. si trasferì a Firenze, dove iniziò a pubblicare le prime incisioni su Frontespizio, la rivista che raccoglieva artisti e letterati fra i maggiori del tempo, impegnandosi attivamente nella vita culturale della città. Nel 1938 tenne le sue prime personali di scultura, esponendo a Firenze (galleria d’arte Firenze) e a Roma (galleria della Cometa), presentato in ambedue le occasioni da Soffici.
Dal dopoguerra la ricerca plastica del M., nella costante tensione verso soluzioni di grande essenzialità formale e spesso segnata dal «permanere di una purezza romanica dentro una cultura tutta novecentesca».
Nata nel 1931 la rivista L'Orto, mensile di arte e letteratura, fondata dai giovani Giorgio e Otello Vecchietti, Corrado Corazza, Nino Bertocchi e Giovanni Poggeschi, a cui si aggiungerà poco dopo il veneto Giuseppe Marchiori, mantiene un atteggiamento prudente nei confronti del regime ed eclettico nel gusto, rinunciando a etichette e programmi. Pubblicata fino al 1939, la rivista presenta opere dei migliori artisti locali, da Nino Bertocchi a Lea Colliva, da Bruno Saetti a Mario Pozzati, e accoglie contributi esterni prestigiosi: Piero Bargellini, Umberto Saba, Mario Luzi, tra gli altri.
Da allora il M. iniziò a dedicarsi con costanza all’attività artistica, dividendosi fra pittura e scultura, ambiti espressivi che coltiverà in modo parallelo, e tuttavia autonomo, per tutto il corso della propria vita.
Nel 1928-29, chiamatovi per il servizio di leva, il M. si trasferì a Torino, soggiorno che si rivelò importante nell’aprirgli nuovi orizzonti culturali, permettendogli di venire in contatto con un contesto meno chiuso e provinciale di quello fiorentino. Qui, difatti, il M. frequentò il Gruppo dei Sei pittori e l’ambiente intellettuale di C. Pavese e F. Casorati, rappresentanti di una cultura antifascista rivolta a Parigi e alla sue novità artistiche. Ritornato a Seano, il M. riprese a frequentare con assiduità Soffici che, fra il 1932 e il 1934, lo scelse come aiuto per alcuni lavori a fresco. A questo periodo risalgono i primi dipinti di Mendicanti, tema indagato intensamente tra il 1933 e il 1943, sul quale il M. tornerà sovente anche nei decenni successivi. In questo giro di anni, tuttavia, l’interesse dell’artista si andò sempre più spostando verso la scultura. Nel 1935 il M. si trasferì a Firenze, dove iniziò a pubblicare le prime incisioni su Frontespizio, la rivista che raccoglieva artisti e letterati fra i maggiori del tempo, impegnandosi attivamente nella vita culturale della città. Nel 1938 tenne le sue prime personali di scultura, esponendo a Firenze (galleria d’arte Firenze) e a Roma (galleria della Cometa), presentato in ambedue le occasioni da Soffici.
Dal dopoguerra la ricerca plastica del M., nella costante tensione verso soluzioni di grande essenzialità formale e spesso segnata dal «permanere di una purezza romanica dentro una cultura tutta novecentesca».
Nata nel 1931 la rivista L'Orto, mensile di arte e letteratura, fondata dai giovani Giorgio e Otello Vecchietti, Corrado Corazza, Nino Bertocchi e Giovanni Poggeschi, a cui si aggiungerà poco dopo il veneto Giuseppe Marchiori, mantiene un atteggiamento prudente nei confronti del regime ed eclettico nel gusto, rinunciando a etichette e programmi. Pubblicata fino al 1939, la rivista presenta opere dei migliori artisti locali, da Nino Bertocchi a Lea Colliva, da Bruno Saetti a Mario Pozzati, e accoglie contributi esterni prestigiosi: Piero Bargellini, Umberto Saba, Mario Luzi, tra gli altri.
Bibliografia
L'Orto, 1934, n.1, p.17