DIPLOMA DI SOCIO ONORARIO RILASCIATO A LUIGI MAZZOTTI DALL’ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI BOLOGNA IL 18 FEBBRAIO 1894
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DIPLOMA DI SOCIO ONORARIO RILASCIATO A LUIGI MAZZOTTI DALL’ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI BOLOGNA IL 18 FEBBRAIO 1894
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Datazione
Luogo e anno di edizione
[Bologna], fine sec. XIX
Misure foglio (in mm)
360x475
Notizie storico critiche
Il diploma fu rilasciato il 18 febbraio 1894 a Luigi Mazzotti, noto medico nato a Bagnacavallo il 5 giugno 1850 e morto a Bologna il 26 settembre 1912. Di lui vi sono scarne notizie: si sa che lavorò presso l’ospedale Maggiore e che pubblicò alcuni saggi. Un fondo archivistico speciale Mazzotti è conservato presso la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio. L'Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna vanta una storia di oltre tre secoli essendo stata fondata nel 1690. Nata in casa dell’astronomo Eustachio Manfredi con il nome originario di Accademia degli Inquieti, divenne dopo l'unione con l'Istituto delle Scienze voluto nel 1711 dal Conte Luigi Ferdinando Marsili, un importante motore di riforma per l’Università bolognese. Votata solo alle scienze sperimentali, mediche e fisico-matematiche, con la riforma voluta nel 1745 da Papa Benedetto XIV divenne un centro di riferimento per tutti coloro che desideravano una svolta decisiva degli studi scientifici bolognesi.
Grandi e famosi scienziati italiani e stranieri come Luigi Galvani, Guglielmo Marconi, Albert Einstein, Giovanni Pascoli, Marie Curie, ne sono stati soci. Il documento è firmato da Giovanni Brugnoli in qualità di Presidente dell’Accademia delle Scienze di Bologna e controfirmato dal segretario Alfredo Cavazzi.
Il documento era contenuto in un prezioso astuccio cilindrico rivestito in pelle rossa con decorazioni floreali
Grandi e famosi scienziati italiani e stranieri come Luigi Galvani, Guglielmo Marconi, Albert Einstein, Giovanni Pascoli, Marie Curie, ne sono stati soci. Il documento è firmato da Giovanni Brugnoli in qualità di Presidente dell’Accademia delle Scienze di Bologna e controfirmato dal segretario Alfredo Cavazzi.
Il documento era contenuto in un prezioso astuccio cilindrico rivestito in pelle rossa con decorazioni floreali