Disegno di una porta secondaria che vorrebbesi aprire nel fianco del già Palazzo Taruffi presso la Chiesa di S. Giorgio in relazione all’eventuale compimento del fianco medesimo omettendo per ora in essa l’ornamento che le fa cimasa

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Disegno di una porta secondaria che vorrebbesi aprire nel fianco del già Palazzo Taruffi presso la Chiesa di S. Giorgio in relazione all’eventuale compimento del fianco medesimo omettendo per ora in essa l’ornamento che le fa cimasa

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Notizie storico artistiche

Datazione
Tecnica e supporto
inchiostro e china colorata su carta filigranata
Misure foglio (in mm)
380x505 (max)
Iscrizioni incise
A sinistra è riportata la scala 1/200; in alto quanto riportato nel titolo
Marche e altre note manoscritte
Nell’angolo inferiore destro del recto si legge “Bologna, 23 Aprile 1878 / Ing. Giuseppe Ceri”; sul verso il timbro del precedente collezionista, dott. Gino Calari.
Notizie storico critiche
Palazzo Lambertini poi Taruffi di Via del Poggiale (oggi Via Nazario Sauro n° 18) è stata una delle più belle residenze della prestigiosa famiglia bolognese. L’edificio, fatto costruire nel 1570 dal conte Cesare, sorge su un’area che si estende lungo il terrapieno addossato alla seconda cinta muraria fra quelli che erano il Belvedere del Borgo delle Casse, il Belvedere di S. Gervasio e Via dei Maggia. Le alterne vicende personali del conte Cesare provocarono una interruzione dei lavori: come si può constatare, infatti, l’edificio è incompleto, sia nel fastigio del prospetto su Via Nazario Sauro che sul lato di Via Maggia, lungo il quale la fiancata doveva avere il maggiore sviluppo, come confermano le tre finestre a bugnato del pianterreno del basso corpo di fabbrica che si innesta sul Palazzo. Nel 1770 fu acquistato dai banchieri Filippo e Antonio Taruffi, colti e raffinati collezionisti di quadri e sculture che abitavano nella vicina via San Giorgio. Questa famiglia diede nuovo lustro al palazzo: in particolare, fu ingrandito e reso più monumentale il grande scalone di collegamento tra i due loggiati e fu realizzato un piccolo teatro. La famiglia Taruffi, inoltre, arricchì le sale al pianoterra con alcuni ragguardevoli medaglioni di ispirazione classica e al piano nobile fu ricavata una cappella di cui restano tracce pittoriche intorno a una lapide datata 1789. Vari furono successivamente i passaggi di proprietà nella seconda metà del XIX secolo. Nelle sale del pianterreno ebbe sede la loggia massonica a cui fu iscritto Giosue Carducci. Nel 1908 l'edificio fu acquistato dal Comune di Bologna che lo destinò al Liceo - Ginnasio Marco Minghetti, istituito nel 1898 con sede, fino a quel momento, presso Palazzo Tanari, in via Galliera - Avesella. Evidentemente, a fine Ottocento, fu ripresa l’idea del completamento, ma non fu ancora una volta portata a termine. Questo disegno, risalente al 1878, fu donato alle Collezioni nel 1994 dal dott. Gino Calari (scomparso a Bologna nel 2003), già presidente della Banca Popolare di Bologna e Ferrara e allora revisore della Fondazione Carisbo. Il dott. Calari era un grande collezionista di mappe agricole del territorio bolognese dall’Ottocento in poi e ipotizzò di donare tutta la sua raccolta (circa un migliaio di pezzi) alla Fondazione, ma la vicenda non ebbe seguito.