Dissodamento delle zolle
Dissodamento delle zolle
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Datazione
Tecnica e supporto
Tempera e tecnica mista su carta
Misure foglio (in mm)
407x432
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
L'opera in oggetto è il cartone preparatorio per il ciclo di affreschi che Galileo Chini ha realizzato nel 1942 per decorare il salone delle riunioni della Casa del Contadino nell'ex via Roma 67/2 (oggi Marconi) a Bologna, allora sede dell'Unione Provinciale Fascista dei Lavoratori dell'Agricoltura, oggi sede della Cgil. Scialbati nel 1955, gli affreschi, finora sconosciuti, si è scoperto esistere ancora sotto l'intonaco e in seguito all'acquisto dei qui presenti cartoni, è iniziato un impegnativo lavoro di restauro volto a recuperarli e riportarli interamente alla luce.
E’ una scena complessa che comprende in sé diversi lavori, sia maschili che femminili: gli uomini, emblematici dell’energia e della forza fisica, sono chini sulle vanghe intenti a dissodare il terreno, sullo sfondo, oltre un acquitrino, una schiera femminile è china a raccogliere prodotti della terra mentre due figure femminili recano fascine sulla testa; sulla sinistra, a fare da quinta introduttiva, una donna con un bambino in fasce è seduta nell’esplicito riposo dopo avere portato il pranzo ai coloni. Ciascuno ha un compito diverso, ma il lavoro è corale, ritmato dai gesti rituali delle stagioni e dei giorni: l’intento è quello di celebrare in una unica rappresentazione i compiti della famiglia contadina.
Chini, nel tratteggiare la pianura bolognese in uno spazio privo di qualunque ornamento, gioca nell’episodio sul rapporto simbolismo-verismo, ma figurativamente in linea con le istanze novecentiste di saldezza e di equilibrio.
E’ una scena complessa che comprende in sé diversi lavori, sia maschili che femminili: gli uomini, emblematici dell’energia e della forza fisica, sono chini sulle vanghe intenti a dissodare il terreno, sullo sfondo, oltre un acquitrino, una schiera femminile è china a raccogliere prodotti della terra mentre due figure femminili recano fascine sulla testa; sulla sinistra, a fare da quinta introduttiva, una donna con un bambino in fasce è seduta nell’esplicito riposo dopo avere portato il pranzo ai coloni. Ciascuno ha un compito diverso, ma il lavoro è corale, ritmato dai gesti rituali delle stagioni e dei giorni: l’intento è quello di celebrare in una unica rappresentazione i compiti della famiglia contadina.
Chini, nel tratteggiare la pianura bolognese in uno spazio privo di qualunque ornamento, gioca nell’episodio sul rapporto simbolismo-verismo, ma figurativamente in linea con le istanze novecentiste di saldezza e di equilibrio.
Soggetto o iconografia
Tre uomini in primo piano stanno dissodando il terreno. A sinistra una donna seduta per terra, con alcuni piatti e un pezzo di pane davanti, tiene un neonato in braccio. Più dietro altre donne piegate stanno raccogliendo nel campo.
Bibliografia
J. Bentini, Lavoro e identità nazionale - la partecipazione dell'Emilia Romagna al 50° dell'Unità d'Italia, Bologna 2012, pp. 32-46; A. Marchi, in Antico e Moderno, Bologna 2014, pp. 278-281.
Mostre
La filiera della Canapa (Gambettola, Novembre 2007-Gennaio 2008); Lavoro e identità nazionale. Galileo Chini, i cartoni della Casa del Contadino (Bologna, 2012);
Note
Il ciclo completo è composto da 10 cartoni (e non 9 come si pensava fino a poco tempo fa) di cui 7 acquistati dalla Fondazione Carisbo nel 2007 e uno, la Trebbiatura, in asta nel 2011. Ne rimangono due in collezioni private.
Il cartone è diviso in 3 parti.
Il cartone è diviso in 3 parti.