[Due uccelli]
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F35566
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Notizie storico artistiche
Datazione
Inventore
Poggeschi Giovanni (Bologna, 1905-1972)
Disegnatore
Poggeschi Giovanni (Bologna, 1905-1972)
Luogo e anno di edizione
1966
Tecnica e supporto
Litografia
Misure foglio (in mm)
500x353
Misure battuta (in mm)
500x353
Misure immagine (in mm)
500x353
Iscrizioni incise
Poggeschi 3/10
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Giovanni Poggeschi si laurea in giurisprudenza seguendo una tradizione familiare, per poi dedicarsi completamente alla pittura, spronato da Guglielmo Pizzirani. Prima della vocazione egli appare in sintonia con alcuni pittori bolognesi coetanei, come Lea Colliva e Corrado Corazza, con il quale fonda nel 1931 la rivista d'arte e letteratura "L'Orto". La pittura pacata e infusa di magia della gioventù cederà il passo, nel periodo della maturità, ad uno stile espressionista, a una scrittura d'istinto vicina a De Pisis. I soggetti rimarrano umili e quotidiani: donne in preghiera, bambini, scene di vita contadina, animali e oggetti quotidiani. Una realtà dimessa "elevata a gloria del mondo". Entrato nel noviziato dei gesuiti ad Ariccia è nominato sacerdote nel 1944. Per oltre dieci anni la vocazione esigerà "il deserto dei segni e dei colori": Poggeschi smetterà totalmente di dipingere, ritenendo la sua nuova condizione di prete incompatibile con l’esercizio dell’arte. Solo in età matura supererà questa riserva di coscienza tornando all'arte in modo molto prolifico. A differenza dei numerosi disegni di Corazza pubblicati sull'Orto, le realizzazioni di Poggeschi non furono più di una ventina. Inizialmente studi di corpi umani o paesaggi, poi con l'aumentare dell'interesse di Poggeschi per i soggetti umili, paesaggio con contadini. Nata nel 1931 la rivista L'Orto, mensile di arte e letteratura, fondata dai giovani Giorgio e Otello Vecchietti, Corrado Corazza, Nino Bertocchi e Giovanni Poggeschi, a cui si aggiungerà poco dopo il veneto Giuseppe Marchiori, mantiene un atteggiamento prudente nei confronti del regime ed eclettico nel gusto, rinunciando a etichette e programmi. Pubblicata fino al 1939, la rivista presenta opere dei migliori artisti locali, da Nino Bertocchi a Lea Colliva, da Bruno Saetti a Mario Pozzati, e accoglie contributi esterni prestigiosi: Piero Bargellini, Umberto Saba, Mario Luzi, tra gli altri.