Elemosina di San Gregorio Magno
Elemosina di San Gregorio Magno
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Datazione
Tecnica e supporto
Olio su tela
Misure (in cm)
128x95,5
Notizie storico critiche
Ricordando gli allievi di Lorenzo Pasinelli nel 1703, Giovan Pietro Zanotti riferisce di Donato Creti: “In pubblico di suo non ci è altro, che la gran tavola dell’altar maggiore de’ Mendicanti fuori di Bologna, nella quale espresse San Gregorio, che fa dispensare la elemosina a’ poveri”. Di questa grande pala d’altare, andata dispersa, la tela qui esposta, apparsa in un’asta a Montecarlo nel 1988 e poi sul mercato antiquario di New York, costituisce il grande bozzetto. Vi si notano i numerosi ‘pentimenti’, le soluzioni alternative e i continui cambiamenti, proiezione delle angosce del pittore, continuamente assillato dalla ricerca della perfezione.
Commissionata dalla contessa Dorotea Cospi Ranuzzi, priora della chiesa di San Gregorio Magno dei “Mendicanti di fuori”, la grande pala fu eseguita tra il 1693 e il 1695. Il bozzetto confluì nella collezione Fava ed è ricordato dallo stesso Creti nell’inventario della collezione steso nel 1745 alla morte del conte Pietro Ercole, suo amico e protettore. È databile al 1693, al tempo dell’avvio della grande tela. Si tratta della prima opera esposta in pubblico, a Bologna, di Donato Creti, allora poco più che ventenne.
Commissionata dalla contessa Dorotea Cospi Ranuzzi, priora della chiesa di San Gregorio Magno dei “Mendicanti di fuori”, la grande pala fu eseguita tra il 1693 e il 1695. Il bozzetto confluì nella collezione Fava ed è ricordato dallo stesso Creti nell’inventario della collezione steso nel 1745 alla morte del conte Pietro Ercole, suo amico e protettore. È databile al 1693, al tempo dell’avvio della grande tela. Si tratta della prima opera esposta in pubblico, a Bologna, di Donato Creti, allora poco più che ventenne.
Soggetto o iconografia
Seduta a sinistra su un alto scranno sta Papa Gregorio Magno. Papa dal 590 al 604, anno della morte, si adoperò utilizzando i beni propri e quelli derivanti dalle donazioni dei privati in favore dei più poveri, come sottolinea il dipinto. In esso si possono notare numerosi ripensamenti da parte dell'artista per quanto concerne la composizione generale dell'opera.
Bibliografia
M. Riccomini, Donato Creti, Le opere su carta. Catalogo ragionato, Torino 2012, fig. 30; M. Fanti, P.L. Perazzini, A. Mazza, La schedatura delle opere d'arte a Bologna e nel suo territorio nel 1820, Bologna 2015, p. 229; R. Roli, Donato Creti (1671-1749) Fortuna critica documentale, in Strenna Storica Bolognese, Anno LXV, 2015, pp. 402-410; A. Mazza, Felsina sempre pittrice - Acquisizioni d'arte e donazioni per la storia di Bologna (2014-2016), Bologna 2016, pp. 92-95 (con bibl. prec.);
Mostre
Felsina sempre pittrice (Bologna, 2016); Burrini, Crespi, Creti, Gandolfi - Il Settecento bolognese nelle Collezioni della Fondazione Carisbo (Bologna, 2020-21);
Note
misure con cornice: 151 x 118