Facciata della Chiesa de R.R. M.M. di S. Cristinaio

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Facciata della Chiesa de R.R. M.M. di S. Cristinaio

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Inventario
F34764
Categoria:

Notizie storico artistiche

Inventore
Torri Antonio
Disegnatore
Anonimo XVIII sec.
Luogo e anno di edizione
Bologna, XVIII sec.
Tecnica e supporto
Acquaforte
Misure foglio (in mm)
497 x 380
Iscrizioni incise
In basso a matita: di Antonio Landi
Notizie storico critiche
L'esemplare fa parte di un volume composto da una miscellanea di 131 incisioni rilegate assieme, verosimilmente nel XIX secolo. Le stampe in esso contenute rappresentano mappe, palazzi, chiese, opere scultoree e porte di Bologna e sono datate tra il XVI e il XVIII secolo e realizzate da artisti più o meno noti. Il volume venne acquistato da Alfredo Baruffi nel gennaio del 1939 presso l’antiquario Ernesto Martelli (già direttore della cessata libreria antiquaria Zanichelli in via Santo Stefano 43).
Le prime notizie su Santa Cristina alla Fondazza risalgono al 1247, quando le monache camaldolesi trasferiscono all’interno delle mura di Bologna il loro convento di Settefonti (nel Comune di Ozzano).La chiesa che vediamo oggi fu costruita nel 1602 da Giulio della Torre, architetto della cerchia di Domenico Tibaldi, anche se nell'incisione essa viene erroneamente attribuita a Antonio Torri,(Bologna 1655 - ivi 1713), anch'egli bolognese.
L’interno a navata unica spicca per la strozzatura del presbiterio, che diventa una cassa di risonanza tale da trasformare Santa Cristina in un architettonico strumento musicale, dove il suono si diffonde con stupefacente nitidezza acustica. Proprio da questa caratteristica nasce il mito delle “suore musicanti”: nell’aula retrostante l’area absidale le suore cantavano protette da occhi indiscreti e la loro voce, attraverso due grate poste sopra l’altare maggiore, si propagava senza eco e senza rifrazioni fino all’ingresso. Chiusa e riaperta diverse volte, in seguito agli espropri napoleonici, con l’Unità d’Italia divenne magazzino militare e il convento venne trasformato in una caserma. Ristrutturata da Fondazione Carisbo la chiesa è stata riaperta al pubblico nel 2007 come centro privilegiato per l’ascolto della musica. Al suo interno è possibile ammirare le uniche due testimonianze scultoree di Guido Reni, raffiguranti i Santi Pietro e Paolo. Il ciclo di opere di Santa Cristina è un compendio della scuola artistica bolognese tra il ‘500 e il’ 700, culminante nella grande Ascensione di Ludovico Carracci, sull’altare maggiore.