Francesco de Marchi

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Francesco de Marchi

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Inventario
M9669
Categoria:

Notizie storico artistiche

Inventore
Spagnoli Francesco
Disegnatore
Spagnoli Francesco
Luogo e anno di edizione
Bologna, XIX sec.
Tecnica e supporto
Litografia
Misure foglio (in mm)
405x330
Iscrizioni incise
F.Spagnoli dis/Bologna Litografia Zannoli e C. /Francesco de Marchi
Notizie storico critiche
Francesco De Marchi nacque a Bologna da una famiglia originaria della città di Crema. Partecipò o fu testimone, in giovinezza di alcuni eventi bellici di grande rilevanza, quali la Battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525, e l'assedio di Firenze del 1529-1530, descritti nei suoi diari con dovizia di particolari. Ciò induce alcuni storici a supporre che il De Marchi abbia militato nelle truppe dell'Imperatore Carlo V d'Asburgo. Nel 1533, a seguito della restaurazione dei Medici in Firenze - effettuata dall'Imperatore allo scopo di farsi perdonare il terribile sacco di Roma del 1527, il De Marchi entrò a servizio del nuovo duca di Firenze, Alessandro de' Medici, detto "il Moro".
Da questo momento in poi il De Marchi rimarrà fedelmente nel seguito della figlia naturale dell'Imperatore, per i successivi quattro decenni. Personaggio avventuroso e animato da una curiosità scientifica tipicamente rinascimentale si spostò con frequenza fra Roma, Napoli, l'Abruzzo e il mar Tirreno.
Appassionato studioso di ingegneria militare, scrisse il ponderoso trattato Della Architettura Militare e nei secoli scorsi veniva ricordato principalmente per i suoi contributi nell'architettura dei sistemi bastionati, dei barbacani, dei controspalti e, in generale, dei sistemi di fortificazione.
Animato, oltre che dall'approfondimento per l'ingegneria militare, anche dall'amore per l'avventura, il De Marchi compì, nel 1535, un'impresa straordinaria, per i suoi tempi: l'immersione, nel lago di Nemi, protetto da un rudimentale scafandro, alla ricerca delle enormi navi dell'Imperatore Caligola, effettivamente presenti nelle acque del lago. Già presente più volte in Abruzzo fra il 1535 e il 1547, De Marchi nota presto il Gran Sasso, tanto che nella sua Cronaca dell'ascensione racconterà: «Il detto Monte era trenta du'anni che io desiderava di montarci sopra», mentre altrove aveva già annotato «e io alle raddici de esso son stato più volte del che considerai il sito al meglio ch‘io puoti». Affascinato dalle montagne, studioso delle leggende dei Monti Sibillini, alla veneranda età di 69 anni Francesco De Marchi si imbarca quindi in un'altra avventura: la prima scalata del Corno Grande.
Francesco De Marchi morirà tre anni dopo, nel 1576, all'Aquila, e sarà sepolto a Piazza Palazzo, nella Chiesa di San Francesco, oggi demolita.