Gioco del Pallone
Gioco del Pallone
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Inventore
Tubertini Giuseppe (Budrio1759 – Bologna 1831)
Luogo e anno di edizione
Bologna, XIX sec.
Tecnica e supporto
acquaforte
Misure foglio (in mm)
266x394
Iscrizioni incise
Pianta, e Rilievo del Giuoco del Pallone in Bologna.
All'interno della parte figurata sono presenti diverse iscrizioni incise, esplicative dei vari particolari della pianta e del rilievo.
All'interno della parte figurata sono presenti diverse iscrizioni incise, esplicative dei vari particolari della pianta e del rilievo.
Notizie storico critiche
Inizialmente praticato all’interno dei palazzi e riservato alle classi nobiliari, il gioco del pallone si trasferisce, a partire dalla fine del Seicento, nelle piazze dei centri cittadini. Già da questo periodo alcuni documenti ci testimoniano che il gioco era praticato da professionisti e la forma di contesa più comune era quella che veniva ingaggiata fra cittadini che investivano somme considerevoli di danaro per procurarsi i più valenti campioni. Nelle cronache vengono ricordate con particolare enfasi le disfide fra bolognesi e fiorentini e quelle fra genovesi e milanesi con forti premi in palio. Tuttavia, a partire dal Settecento, non sono solo i grandi campioni a contendersi le partite. Il gioco infatti coinvolge un numero di appassionati sempre più ampio fino a divenire, per le cittadine del centro e del Nord della penisola italiana, uno dei momenti più importanti della socialità ludica urbana.
Il cambiamento fisico del luogo di svolgimento del gioco, dai palazzi nobiliari alle piazze, procede di pari passo alla sua metamorfosi sociale: “da svago aristocratico e riservato ai giovani di nobili natali si trasforma in passatempo borghese e popolare”. La definitiva popolarizzazione del gioco avviene tuttavia a partire dai primi anni dell’Ottocento, allorché dalle piazze si trasferisce negli sferisteri, vere e proprie anticipazioni degli stadi dell’età contemporanea. Sferisteri monumentali vennero costruiti, solitamente a spese delle autorità municipali, a Macerata, Firenze, Bologna, Torino, Forlì, Perugia. Altri, di minor mole, sorsero un po’ ovunque nelle cittadine minori dell’Italia centrale e settentrionale, adattati a ridosso delle antiche mura cittadine, indispensabili supporti per lo svolgimento del gioco.
Ma è soprattutto nei primi decenni dell’800 che viene compiutamente perfezionata la “formalizzazione” del gioco del pallone. Nel 1821 viene infatti costruito lo Sferisterio su progetto dell'architetto Giuseppe Tubertini (1759-1831) sul lato orientale della Montagnola. L'idea non è nuova. Pochi anni prima l'arch. Ercole Gasparini aveva proposto una struttura simile sul lato meridionale della piazza d'Armi (o piazza del Mercato), arricchita però da un grande edificio porticato in stile neoclassico, con funzioni varie legate all'intrattenimento: botteghe, caffé, sale bigliardo, appartamenti per ospiti illustri, ecc. Lo Sferisterio si innalza sull'area della chiesa di San Giovanni Decollato, fondata nel 1350 dalla Compagnia della Morte e sconsacrata nel 1808. Una volta decisa la sua demolizione, i materiali da costruzione sono stati utilizzati per il muro di sostegno della Montagnola e, appunto, per la nuova arena sportiva. L'edificio del Giuoco del Pallone, modello nel suo genere, è costituito da un lungo muro per il rimbalzo della palla, con all'esterno una sequenza di colonne in quindici campate e un alto cornicione. Un certo numero di finestrelle servono per "dar sfogo all'impeto dei venti contro il Gran Muro". Le tribune di testata sono coperte da un tetto sostenuto da colonne doriche e difese da una rete "che protegge dalle percosse del pallone i fanciulli, le donne e i timorosi". Sul lato della "rimessa" - opposto a quello della "battuta" - saranno collocati, nel tempo, i busti di tre celebri giocatori: Massimo (Domenico Marini di Sacile), Antonio Maestrelli e Giovanni Domenico Bossotto di Scurzolengo. Lungo il campo di gioco è presente un ampio parterre a gradoni. L'ingresso in tribuna costa 15 baiocchi. Lo sferisterio è inaugurato il 15 marzo 1821 sotto la pioggia, con la prima partita di pallone al bracciale tra le squadre di Massimo e di Galeassi.
Dal 1830 le partite saranno accompagnate da spettacoli d'arte varia: esposizioni di animali esotici, prestigiatori, cavallerizzi, bande, giostre, alberi della cuccagna.
Nel 1838 nell'arena del pallone sarà allestita una parodia dell'opera seria con ballo, La distruzione dei masnadieri, in parte in dialetto. Dopo l'Unità il singolare scienziato Quirico Filopanti vi terrà le sue popolari lezioni di astronomia. Nel '900 ospiterà per un certo periodo il Circo Togni - dopo che un incendio avrà distrutto le sue attrezzature - e fino al 1964 sarà utilizzata come padiglione della fiera campionaria.
La popolarità dello Sferisterio bolognese ci è anche testimoniata dall’etichetta di “Università del bracciale” che, non senza enfasi, i cronisti gli attribuirono. In realtà, già attorno al 1850 Bologna divenne uno dei luoghi in cui il gioco del pallone suscitava animosità e fazioni difficilmente riscontrabili in altri contesti.
A Bologna i campioni del bracciale continueranno le loro disfide ancora per decenni. Tuttavia, a partire dai primi anni del secolo, una nuova moda inglese, il foot-ball, avrebbe definitivamente soppiantato, nella passione dei bolognesi, l’antico gioco del pallone.
Notizia tratte da https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1821/larena_del_gioco_del_pallone
https://www.storiaememoriadibologna.it/sferisterio-di-bologna-3610-luogo
Il cambiamento fisico del luogo di svolgimento del gioco, dai palazzi nobiliari alle piazze, procede di pari passo alla sua metamorfosi sociale: “da svago aristocratico e riservato ai giovani di nobili natali si trasforma in passatempo borghese e popolare”. La definitiva popolarizzazione del gioco avviene tuttavia a partire dai primi anni dell’Ottocento, allorché dalle piazze si trasferisce negli sferisteri, vere e proprie anticipazioni degli stadi dell’età contemporanea. Sferisteri monumentali vennero costruiti, solitamente a spese delle autorità municipali, a Macerata, Firenze, Bologna, Torino, Forlì, Perugia. Altri, di minor mole, sorsero un po’ ovunque nelle cittadine minori dell’Italia centrale e settentrionale, adattati a ridosso delle antiche mura cittadine, indispensabili supporti per lo svolgimento del gioco.
Ma è soprattutto nei primi decenni dell’800 che viene compiutamente perfezionata la “formalizzazione” del gioco del pallone. Nel 1821 viene infatti costruito lo Sferisterio su progetto dell'architetto Giuseppe Tubertini (1759-1831) sul lato orientale della Montagnola. L'idea non è nuova. Pochi anni prima l'arch. Ercole Gasparini aveva proposto una struttura simile sul lato meridionale della piazza d'Armi (o piazza del Mercato), arricchita però da un grande edificio porticato in stile neoclassico, con funzioni varie legate all'intrattenimento: botteghe, caffé, sale bigliardo, appartamenti per ospiti illustri, ecc. Lo Sferisterio si innalza sull'area della chiesa di San Giovanni Decollato, fondata nel 1350 dalla Compagnia della Morte e sconsacrata nel 1808. Una volta decisa la sua demolizione, i materiali da costruzione sono stati utilizzati per il muro di sostegno della Montagnola e, appunto, per la nuova arena sportiva. L'edificio del Giuoco del Pallone, modello nel suo genere, è costituito da un lungo muro per il rimbalzo della palla, con all'esterno una sequenza di colonne in quindici campate e un alto cornicione. Un certo numero di finestrelle servono per "dar sfogo all'impeto dei venti contro il Gran Muro". Le tribune di testata sono coperte da un tetto sostenuto da colonne doriche e difese da una rete "che protegge dalle percosse del pallone i fanciulli, le donne e i timorosi". Sul lato della "rimessa" - opposto a quello della "battuta" - saranno collocati, nel tempo, i busti di tre celebri giocatori: Massimo (Domenico Marini di Sacile), Antonio Maestrelli e Giovanni Domenico Bossotto di Scurzolengo. Lungo il campo di gioco è presente un ampio parterre a gradoni. L'ingresso in tribuna costa 15 baiocchi. Lo sferisterio è inaugurato il 15 marzo 1821 sotto la pioggia, con la prima partita di pallone al bracciale tra le squadre di Massimo e di Galeassi.
Dal 1830 le partite saranno accompagnate da spettacoli d'arte varia: esposizioni di animali esotici, prestigiatori, cavallerizzi, bande, giostre, alberi della cuccagna.
Nel 1838 nell'arena del pallone sarà allestita una parodia dell'opera seria con ballo, La distruzione dei masnadieri, in parte in dialetto. Dopo l'Unità il singolare scienziato Quirico Filopanti vi terrà le sue popolari lezioni di astronomia. Nel '900 ospiterà per un certo periodo il Circo Togni - dopo che un incendio avrà distrutto le sue attrezzature - e fino al 1964 sarà utilizzata come padiglione della fiera campionaria.
La popolarità dello Sferisterio bolognese ci è anche testimoniata dall’etichetta di “Università del bracciale” che, non senza enfasi, i cronisti gli attribuirono. In realtà, già attorno al 1850 Bologna divenne uno dei luoghi in cui il gioco del pallone suscitava animosità e fazioni difficilmente riscontrabili in altri contesti.
A Bologna i campioni del bracciale continueranno le loro disfide ancora per decenni. Tuttavia, a partire dai primi anni del secolo, una nuova moda inglese, il foot-ball, avrebbe definitivamente soppiantato, nella passione dei bolognesi, l’antico gioco del pallone.
Notizia tratte da https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1821/larena_del_gioco_del_pallone
https://www.storiaememoriadibologna.it/sferisterio-di-bologna-3610-luogo