Giovanni Antonio Davia
Giovanni Antonio Davia
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Luogo e anno di edizione
Bologna, XIX sec.
Editore
Tecnica e supporto
Litografia alla matita
Misure foglio (in mm)
470 x 325
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Giovanni Antonio Davia nacque a Bologna nel 1660, da una famiglia di origine borghese, da pochi anni nobilitata e, grazie ad un'accorta politica matrimoniale, imparentata con le più cospicue famiglie senatorie bolognesi.
Svolti gli studi letterari, filosofici e giuridici a Bologna e Torino,manifestò uno spiccato interesse per le scienze matematiche ed astronomiche.
Egli stabilì con l'ambiente scientifico bolognese un fruttuoso sodalizio: particolarmente intensi i suoi rapporti con M. Malpighi e con G. Montanari di cui fu, insieme ad U. Gozzadini, uno degli allievi più assidui e stimati.
Nel 1681 il D. compì un viaggio di istruzione, frequentando gli ambienti scientifici parigini e londinesi: a Londra in particolare venne accolto da Robert H. Hooke alla Royal Society che tenne una seduta in onore dell'ospite bolognese. Richiamato in patria dal fratello Virgilio che, divenuto senatore, si riprometteva di inserire il D. nella vita politica cittadina, questi nel dicembre del 1681 fu nominato ufficiale delle Acque, nel 1682 ricoprì l'incarico di anziano e l'anno successivo fu destinato quale pretore a Castel San Pietro, nel contado bolognese. Nel 1687, fu presentato ad Innocenzo XI, dal quale sperava di ottenere un nuovo incarico militare, ma questi, apprezzandone le doti, volle inserirlo negli uffici di Curia affidandogli incarichi diplomatici. Nominato internunzio a Bruxelles il 18 luglio del 1687, il D. si trovò a dover affrontare il delicato problema dei giansenisti belgi il cui atteggiamento di fronte ai quattro articoli del clero di Francia aveva suscitato la contrarietà di Innocenzo XI. Questa esperienza valse al D. l'apprezzamento della Curia romana e il suo inserimento organico all'interno della diplomazia pontificia. Consacrato vescovo di Tebe da Alessandro VIII il 21 giugno 1690, nel luglio venne destinato alla nunziatura di Colonia che resse fino al 1696 allorché fu trasferito alla nunziatura di Polonia.
Ritiratosi a Rimini, ove giunse il 25 maggio del 1706, si dedicò al governo pastorale della sua diocesi tenendovi due sinodi, nel 1711 e nel 1724. In questo periodo il D. tornò a coltivare i suoi interessi scientifici riallacciando strette relazioni con l'ambiente bolognese favorito anche dai frequenti contatti che, per ragioni familiari, era costretto a mantenere con la città felsinea.
Nel 1712 fu creato cardinale da Clemente XI che gli affidò, nel 1715, la legazione di Urbino e, nel 1717, la legazione della Romagna, ma egli abbandonò solo emporaneamente la propria sede vescovile. Debilitato fisicamente il D. trascorse gli ultimi anni di vita a Roma, ove morì l'11 genn. 1740 all'età di 79 anni.
Svolti gli studi letterari, filosofici e giuridici a Bologna e Torino,manifestò uno spiccato interesse per le scienze matematiche ed astronomiche.
Egli stabilì con l'ambiente scientifico bolognese un fruttuoso sodalizio: particolarmente intensi i suoi rapporti con M. Malpighi e con G. Montanari di cui fu, insieme ad U. Gozzadini, uno degli allievi più assidui e stimati.
Nel 1681 il D. compì un viaggio di istruzione, frequentando gli ambienti scientifici parigini e londinesi: a Londra in particolare venne accolto da Robert H. Hooke alla Royal Society che tenne una seduta in onore dell'ospite bolognese. Richiamato in patria dal fratello Virgilio che, divenuto senatore, si riprometteva di inserire il D. nella vita politica cittadina, questi nel dicembre del 1681 fu nominato ufficiale delle Acque, nel 1682 ricoprì l'incarico di anziano e l'anno successivo fu destinato quale pretore a Castel San Pietro, nel contado bolognese. Nel 1687, fu presentato ad Innocenzo XI, dal quale sperava di ottenere un nuovo incarico militare, ma questi, apprezzandone le doti, volle inserirlo negli uffici di Curia affidandogli incarichi diplomatici. Nominato internunzio a Bruxelles il 18 luglio del 1687, il D. si trovò a dover affrontare il delicato problema dei giansenisti belgi il cui atteggiamento di fronte ai quattro articoli del clero di Francia aveva suscitato la contrarietà di Innocenzo XI. Questa esperienza valse al D. l'apprezzamento della Curia romana e il suo inserimento organico all'interno della diplomazia pontificia. Consacrato vescovo di Tebe da Alessandro VIII il 21 giugno 1690, nel luglio venne destinato alla nunziatura di Colonia che resse fino al 1696 allorché fu trasferito alla nunziatura di Polonia.
Ritiratosi a Rimini, ove giunse il 25 maggio del 1706, si dedicò al governo pastorale della sua diocesi tenendovi due sinodi, nel 1711 e nel 1724. In questo periodo il D. tornò a coltivare i suoi interessi scientifici riallacciando strette relazioni con l'ambiente bolognese favorito anche dai frequenti contatti che, per ragioni familiari, era costretto a mantenere con la città felsinea.
Nel 1712 fu creato cardinale da Clemente XI che gli affidò, nel 1715, la legazione di Urbino e, nel 1717, la legazione della Romagna, ma egli abbandonò solo emporaneamente la propria sede vescovile. Debilitato fisicamente il D. trascorse gli ultimi anni di vita a Roma, ove morì l'11 genn. 1740 all'età di 79 anni.