Giovanni Girolamo Sbaraglia
Giovanni Girolamo Sbaraglia
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Datazione
Inventore
Creti Donato
Disegnatore
Creti Donato
Luogo e anno di edizione
Bologna, 1716
Tecnica e supporto
Acquaforte
Misure foglio (in mm)
254 x 180
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Presso l'Archiginnasio di Bologna al primo piano del quadriportico si trova il monumento al medico Giovanni Girolamo Sbaraglia, affrescato da Donato Creti (1671-1749) e Giuseppe Mazza (1652-1741).
Lo Sbaraglia (1641 - 1710) tenne per quaranta anni la cattedra di Anatomia e Medicina e morì nel 1710, all'età di 69 anni. Le sue disposizioni testamentarie furono importanti per la città, in quanto legavano il suo patrimonio alla creazione di una biblioteca pubblica, che l'erede Marco Antonio Collina non riuscì comunque a realizzare, donando alla fine i libri alla biblioteca dei Gesuiti di Santa Lucia e alla biblioteca dell'Istituto delle Scienze.
Il ritratto in bronzo dello Sbaraglia deriva dalla medaglia eseguita da Ferdinand de Saint-Urbain e fu realizzato da Giuseppe Maria Mazza su disegno del Creti, che ne trasse anche l'incisione in esame.
Il dipinto fu eseguito ad olio su muro da Donato Creti nel 1713, ma già nel 1717 il pittore scriveva in una lettera che si era rovinato perché fatto su muro fresco, onde la calce aveva traspirato rovinandolo.
Lo Sbaraglia (1641 - 1710) tenne per quaranta anni la cattedra di Anatomia e Medicina e morì nel 1710, all'età di 69 anni. Le sue disposizioni testamentarie furono importanti per la città, in quanto legavano il suo patrimonio alla creazione di una biblioteca pubblica, che l'erede Marco Antonio Collina non riuscì comunque a realizzare, donando alla fine i libri alla biblioteca dei Gesuiti di Santa Lucia e alla biblioteca dell'Istituto delle Scienze.
Il ritratto in bronzo dello Sbaraglia deriva dalla medaglia eseguita da Ferdinand de Saint-Urbain e fu realizzato da Giuseppe Maria Mazza su disegno del Creti, che ne trasse anche l'incisione in esame.
Il dipinto fu eseguito ad olio su muro da Donato Creti nel 1713, ma già nel 1717 il pittore scriveva in una lettera che si era rovinato perché fatto su muro fresco, onde la calce aveva traspirato rovinandolo.