Giovanni Vicini

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Giovanni Vicini

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Inventario
F31366
Categoria:

Notizie storico artistiche

Inventore
Rossi Fortunato
Disegnatore
Rossi Fortunato
Luogo e anno di edizione
Bologna, XIX sec.
Tecnica e supporto
Litografia alla matita
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Giovanni Vicini (Cento, 20 giugno 1771 – Massa Lombarda, 12 gennaio 1845). Frequentò il seminario di Cento, poi l'Università di Bologna dove si laureò in giurisprudenza. Aderisce alle idee di Napoleone e con la nascita della Repubblica Cispadana rappresenta la città di Cento ai congressi di Reggio Emilia (27 dicembre 1796) e di Modena (21 gennaio 1797). Successivamente è nominato da Napoleone segretario generale del governo cisalpino, giudice e consigliere di revisione e cassazione per la Lombardia. Dopo la caduta di Napoleone si tiene lontano dalla politica, dal 4 febbraio 1831 (dopo i moti insurrezionali di quell'anno) è eletto presidente del Governo Provvisorio di Bologna e della provincia e l'8 febbraio dal Pubblico Palazzo della città dichiara cessato di fatto il potere temporale del Papa. Nello stesso palazzo il 26 febbraio viene eletto dall' Assemblea dei Notabili. In seguito alla resa di Ancona del 26 marzo 1831 non avendo il pontefice Gregorio XVI voluto riconoscere la capitolazione del cardinal Giovanni Antonio Benvenuti, pattuita e ratificata in suo nome, Vicini è costretto a fuggire in esilio prima in Corsica poi a Marsiglia insieme al figlio Timoteo. Tornato in Italia si stabilisce prima in Toscana, poi a Porretta Terme dove conosce e sposa la seconda moglie, Catterina Agostini, e alla fine del 1835 è relegato a Massa Lombarda sotto la politica sorveglianza del cardinale Giuseppe Ugolini, Legato della Provincia di Ferrara. Qui, per provvedere al mantenimento della sua famiglia (nel frattempo ha avuto cinque figli, di cui tre moriranno in tenera età), apre un ufficio per consultazioni legali. Muore a Massa Lombarda nel 1845 in povertà.