Giuseppe Pacchioni
Giuseppe Pacchioni
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Inventore
Anonimo
Luogo e anno di edizione
Bologna, XIX sec.
Editore
Tecnica e supporto
Litografia
Misure foglio (in mm)
244 x 167
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Giuseppe Pacchioni (Bologna, marzo 1819 – Bologna, 13 gennaio 1887) frequentò l'Accademia di belle arti di Bologna, specializzandosi in incisione. Si dedicò tuttavia anche alla scultura, arte per la quale venne premiato all'Accademia nel 1832 e nel 1836. Nel 1842, su invito del console inglese a Bologna, si recò a Corfù, all'epoca protettorato del Regno Unito, per esercitarvi la scultura. Nell'isola ionica conobbe numerosi esuli mazziniani, e aderì egli stesso alla Giovine Italia. Conobbe, fra gli altri, i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera e Domenico Moro, mazziniani sudditi dell'Impero austriaco e disertori della marina austriaca, con i quali, assieme ad altri quindici compagni, il 13 giugno 1844 partì alla volta della Calabria per appoggiare la sommossa anti-borbonica scoppiata a Cosenza il 15 marzo 1844 sotto la guida di Domenico Mauro, ma che nel frattempo era finita nel sangue. Come è noto, l'esito della spedizione fu disastroso: dopo uno scontro a fuoco a San Giovanni in Fiore nel quale rimasero sul terreno due patrioti, i sopravvissuti furono catturati e trasferiti a Cosenza, dove la Corte marziale li condannò a morte; nove di essi furono fucilati Vallone di Rovito il 25 luglio 1844, Pacchioni e altri tre furono invece condannati all'ergastolo. Durante la prigionia a Cosenza, Pacchioni disegnò i volti dei suoi compagni, sei dei quali furono poi fucilati a Rovito; le litografie saranno pubblicate nel 1877.
Recluso in vari penitenziari del Regno delle Due Sicilie, fu liberato nel 1846. Tornato a Napoli nel 1848[4], durante il breve periodo costituzionale del governo di Carlo Troja, fu successivamente in Francia finché nel 1853 ritornò a Bologna dove aprì un laboratorio di scultura in via Malcontenti. Il 2 gennaio 1855 venne nuovamente arrestato dagli austriaci e rimase in carcere fino al 12 giugno 1859, giorno della liberazione di Bologna. Da allora visse del suo lavoro; alla Certosa di Bologna sono presenti almeno 15 delle sue opere. Realizzò inoltre il monumento ai Caduti del 1844 a Cosenza.
Recluso in vari penitenziari del Regno delle Due Sicilie, fu liberato nel 1846. Tornato a Napoli nel 1848[4], durante il breve periodo costituzionale del governo di Carlo Troja, fu successivamente in Francia finché nel 1853 ritornò a Bologna dove aprì un laboratorio di scultura in via Malcontenti. Il 2 gennaio 1855 venne nuovamente arrestato dagli austriaci e rimase in carcere fino al 12 giugno 1859, giorno della liberazione di Bologna. Da allora visse del suo lavoro; alla Certosa di Bologna sono presenti almeno 15 delle sue opere. Realizzò inoltre il monumento ai Caduti del 1844 a Cosenza.