Il padre degli operai. Marchese Gioacchino Napoleone Pepoli

617121b6f283e10007cb86ae

Il padre degli operai. Marchese Gioacchino Napoleone Pepoli

 Genera il pdf
Inventario
M9627
Categoria:

Notizie storico artistiche

Inventore
Anonimo (XIX sec.)
Tecnica e supporto
Litografia
Misure foglio (in mm)
520x328
Iscrizioni incise
IL PADRE DEGLI OPERAI/MARCHESE GIOACCHINO NAPOLEONE PEPOLI/SENATRE DEL REGNO/NATO IL 10 OTTOBRE 1825 - MORTO IL 26 MARZO 1881
Notizie storico critiche
Nato il 10 ottobre 1825 dal marchese Guido Taddeo e Letizia Murat, nipote di Gioacchino Murat re di Napoli e cugino dell’imperatore Napoleone III. Fautore sin da giovanissimo delle idee liberali, nel 1846 fu tra i 1753 firmatari bolognesi della “supplica” indirizzata a Pio IX con cui si auspicavano riforme per lo Stato Pontificio. Nel 1848 divenne comandante della Guardia Civica, e fu tra i pochissimi nobili felsinei che combatterono con i alla Montagnola a difesa della libertà cittadina messa in pericolo dagli austriaci. Il suo palazzo divenne il centro delle attività liberali tendenti all’unificazione dei diversi stati della penisola. Ricoprì le cariche di ministro degli Esteri e delle Finanze e di Commissario generale dell’Umbria, dove preparò il plebiscito per l’annessione della regione al Regno d’Italia. Fu Ministro dell’agricoltura, industria e commercio nel Gabinetto Rattazzi (1862) e ministro plenipotenziario a Pietroburgo (1863). Deputato all’Assemblea delle Romagne, fu poi parlamentare del Regno d’Italia dalla VII alla X legislatura e venne nominato Senatore il 12 marzo 1868. Incaricato di varie missioni diplomatiche presso Napoleone III, svolse un ruolo di primo piano nella stipula della Convenzione di settembre (1864) che prevedeva il ritiro, nel giro di due anni, delle truppe francesi stanziate a Roma, in cambio dell’impegno italiano a non invadere lo Stato pontificio. Non minore rilievo ebbe la sua costante pressione su Napoleone III a favore dell’unificazione d’Italia sotto la guida di Vittorio Emanuele II, con evidente avversione per i repubblicani di Mazzini e per i garibaldini. Consigliere comunale a Bologna dal 1860, fu Sindaco dal 7 maggio 1866 al 20 maggio 1868, quando lasciò la carica per assumere quella di ambasciatore a Vienna. Fece anche parte del consiglio provinciale dal 1859 al 1863, dal 1865 al 1871 e dal 1876 al 1880. Il 2 aprile 1860, fu tra i fondatori a Bologna della Società operaia con lo scopo di favorire «la Fratellanza e il Mutuo soccorso» tra i lavoratori e «promuovere l’istruzione, la moralità, il benessere affinché possano felicemente cooperare al pubblico bene». Dagli anni ’70 si dedicò con crescente impegno alla questione sociale, sempre su posizioni moderate: fondò la Società Artigiana bolognese, che presiedette in prima persona per anni, la Cassa Pensioni per gli invalidi del lavoro, la Cassa Prestiti e Risparmio.
Notizie tratte da: https://www.storiaememoriadibologna.it/pepoli-gioacchino-napoleone-483986-persona