Immacolata Concezione con il Padre eterno e sant’Agostino
Immacolata Concezione con il Padre eterno e sant’Agostino
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Datazione
Tecnica e supporto
Olio su tela
Misure (in cm)
177x125
Notizie storico critiche
Allievo di Aureliano Milani fino alla partenza del maestro per Roma, Giuseppe Marchesi passò nella bottega di Marcantonio Franceschini il cui insegnamento si avverte in particolare nelle quattro tele con le Stagioni della Pinacoteca Nazionale di Bologna. La sua produzione traduce progressivamente il classicismo del maestro in un linguaggio rocaille per la frantumazione delle forme, la luminosità dei colori, la leggerezza e la grazia accattivante delle figure, che fanno dell’artista un sensibile interprete del gusto arcadico. Di qui la fortuna presso i collezionisti a Bologna e in altre città, non solo in Italia.
Il dipinto proviene dalla cappella privata della villa Dolfi Ratta poi De Bosdari a San Lazzaro di Savena. È tuttavia altamente probabile che appartenesse alla famiglia De Bosdari anteriormente all’acquisizione della villa, risalente al 1891, e allo stesso trasferimento della famiglia da Ancona a Bologna.
Indizi di natura stilistica inducono a collocare il dipinto negli anni a cavallo del 1740, tra la pala della basilica di San Pietro, scoperta alla fine del 1738, e quella della chiesa del Carmine di Medicina, che reca, con la firma, la data 1742; una simile datazione trova conferma nel confronto con l’analogo San Zenone vescovo di Pieve di San Zenone a Rolo, riferibile al 1741.
Il dipinto proviene dalla cappella privata della villa Dolfi Ratta poi De Bosdari a San Lazzaro di Savena. È tuttavia altamente probabile che appartenesse alla famiglia De Bosdari anteriormente all’acquisizione della villa, risalente al 1891, e allo stesso trasferimento della famiglia da Ancona a Bologna.
Indizi di natura stilistica inducono a collocare il dipinto negli anni a cavallo del 1740, tra la pala della basilica di San Pietro, scoperta alla fine del 1738, e quella della chiesa del Carmine di Medicina, che reca, con la firma, la data 1742; una simile datazione trova conferma nel confronto con l’analogo San Zenone vescovo di Pieve di San Zenone a Rolo, riferibile al 1741.
Bibliografia
A. Mazza in Nuovo fregio di Gloria, Bologna 2018, pp. 48-52 (con bibl. precedente); A. Mampieri, A. Mazza, Leggiadro Barocco. L'attività giovanile di Giuseppe Marchesi detto il Sansone, Bologna 2023, p.59
Mostre
Nuovo fregio di gloria (Bologna, 2018); Burrini, Crespi, Creti, Gandolfi - Il Settecento bolognese nelle Collezioni della Fondazione Carisbo (Bologna, 2020-21);