Immagine della Beata Vergine della Vita
Immagine della Beata Vergine della Vita
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Inventore
Anonimo
Disegnatore
Anonimo
Luogo e anno di edizione
Bologna, 1714
Tecnica e supporto
Bulino
Misure foglio (in mm)
399 x 278
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
L'incisione è desunta dall'affresco cosiddetto della "Madonna della Vita" che per le sue caratteristiche stilistiche è stato variamente attribuito alla mano di Simone dei Crocifissi (documentato dal 1355 - 1399), allievo di Vitale da Bologna, o al nipote Lippo di Dalmasio, detto anche Lippo delle Madonne (documentato dal 1375 al 1410), due interpreti della pittura bolognese del Trecento particolarmente legati alla produzione di icone e polittici con soggetti di devozione mariana.
Secondo la tradizione, cui accenna brevemente l'iscrizione posta ai piedi della Vergine, un'immagine di Madonna con Bambino era affrescata sul muro ad est, verso via Pescherie, nella prima chiesa fatta costruire nel 1286 dalla Compagnia di Santa Maria della Vita. Con la ricostruzione del 1502, l'affresco, non ritenuto di particolare interesse, fu coperto da uno strato di intonaco e se ne persero le tracce.
Il 10 settembre 1614, durante i lavori di ripulitura della chiesa, l'antica immagine fu riscoperta, ancora in buono stato di conservazione. Ritenuta miracolosa, divenne oggetto di particolare venerazione da parte della Confraternita, che la elesse a protettrice dell'adiacente Ospedale e dei malati. L'immagine fu ricollocata nel 1617 in un nuovo altare, e il pittore Ludovico Carracci (1555 - 1619) disegnò come omaggio votivo un nuovo frontale da apporre sull'affresco. Nel crollo del 1686 l'affresco rimase illeso, e fu rimosso durante i lavori di ricostruzione della chiesa, al termine dei quali fu risistemato nell'attuale collocazione. Il 10 settembre, a memoria del ritrovamento della Madonna della Vita, si celebra la festa tradizionale del Santuario. In tale ricorrenza viene esposta sull'altare una preziosa miniatura del XVII secolo, contornata e coronata da una doppia fila di diamanti, con il ritratto su smalto del Re Sole. Il gioiello, attribuito a Jean Petitot (1607 - 1691), fu un dono dello stesso Luigi XIV al canonico Carlo Cesare Malvasia, che nel 1678 gli aveva dedicato la sua opera, "Felsina Pittrice". Lasciata per testamento alla chiesa di Santa Maria della Vita, la miniatura è oggi conservata nel Museo annesso all'Oratorio
L'incisione, datata 1714, come racconta il volumetto "Cenni storici di mons. Celestino Cavedoni intorno al culto della miracolosa Beata Vergine Maria, edito nel 1858, fu realizzata in occasione del centenario dello scoprimento dell'immagine miracolosa.
Secondo la tradizione, cui accenna brevemente l'iscrizione posta ai piedi della Vergine, un'immagine di Madonna con Bambino era affrescata sul muro ad est, verso via Pescherie, nella prima chiesa fatta costruire nel 1286 dalla Compagnia di Santa Maria della Vita. Con la ricostruzione del 1502, l'affresco, non ritenuto di particolare interesse, fu coperto da uno strato di intonaco e se ne persero le tracce.
Il 10 settembre 1614, durante i lavori di ripulitura della chiesa, l'antica immagine fu riscoperta, ancora in buono stato di conservazione. Ritenuta miracolosa, divenne oggetto di particolare venerazione da parte della Confraternita, che la elesse a protettrice dell'adiacente Ospedale e dei malati. L'immagine fu ricollocata nel 1617 in un nuovo altare, e il pittore Ludovico Carracci (1555 - 1619) disegnò come omaggio votivo un nuovo frontale da apporre sull'affresco. Nel crollo del 1686 l'affresco rimase illeso, e fu rimosso durante i lavori di ricostruzione della chiesa, al termine dei quali fu risistemato nell'attuale collocazione. Il 10 settembre, a memoria del ritrovamento della Madonna della Vita, si celebra la festa tradizionale del Santuario. In tale ricorrenza viene esposta sull'altare una preziosa miniatura del XVII secolo, contornata e coronata da una doppia fila di diamanti, con il ritratto su smalto del Re Sole. Il gioiello, attribuito a Jean Petitot (1607 - 1691), fu un dono dello stesso Luigi XIV al canonico Carlo Cesare Malvasia, che nel 1678 gli aveva dedicato la sua opera, "Felsina Pittrice". Lasciata per testamento alla chiesa di Santa Maria della Vita, la miniatura è oggi conservata nel Museo annesso all'Oratorio
L'incisione, datata 1714, come racconta il volumetto "Cenni storici di mons. Celestino Cavedoni intorno al culto della miracolosa Beata Vergine Maria, edito nel 1858, fu realizzata in occasione del centenario dello scoprimento dell'immagine miracolosa.