L'unicorno simbolo dei Farnese

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L'unicorno simbolo dei Farnese

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Inventario
7968
Categoria:

Notizie storico artistiche

Inventore
Carracci Annibale
Disegnatore
Cesi Carlo
Luogo e anno di edizione
Roma 1753
Tecnica e supporto
Acquaforte
Misure foglio (in mm)
425 x 297
Misure battuta (in mm)
152 x 186
Misure immagine (in mm)
151 x 185
Iscrizioni incise
Timbro a secco della Cassa di Risparmio di Bologna 7968
Notizie storico critiche
La volta della Galleria Farnese fu commissionata ad Annibale dal Cardinale Odoardo Farnese nel 1597, terminata la volta le pareti furono eseguite in gran parte tra il 1604 e il 1608, soprattutto ad opera degli allievi Domenichino Lanfranco e Badalocchio le cui diverse mani sono a tutt'oggi difficili da distinguere. La complessità del ciclo , la sua magnificenza e soprattutto l'unitarietà fecero si che già a partire dal XVII secolo i numerosi incisori che si dedicarono alla traduzione grafica della Galleria Farnese ne attribuissero l'intera invenzione alla mano di Annibale, senza distinguere le diverse presenze che pure a partire dal Bellori e dal Malvasia, almeno per quanto riguarda Domenichino, vi erano gia accertate. Uniche eccezioni furono Belly che riferì indistintamente l'intero ciclo ad Annibale e Agostino; e Domenico Cunego che attribuì correttamente la storia con Peleo e Teti , ad Agostino. L'interesse per il la Galleria Farnese ebbe un notevole incremento a seguito della teoria artistica di Bellori e della pratica pittorica quivi esercitata dalla bottega di Pietro da Cortona. Carlo Cesi era uno degli allievi di Cortona e fu il primo artista italiano a tradurre tutta la Galleria Farnese in incisione. La prima edizione della serie è del 1657 e fu pubblicata da Vitale Mascardi col titolo: Argomento della Galeria Farnese dipinta da Annibale Carrcacci, disegnata e intagliata da Carlo Cesio. Nel quale spiegansi, e riduconsi allegoricamente alla moralità, le Favole Poetiche in essa rappresentate, con una prefazione di Francesco Collignon, incisore ed editore francese che acquistò immediatamente le lastre. Alla morte del Collignon i rami in suo possesso furono per la maggior parte acquistati da Arnold van Westerhout ,che ristampò l'intera serie con il proprio indirizzo (II stato). A questa edizione ne seguì una identica ad opera dell'editore Girolamo Mainardi il cui indirizzo compare solo sul frontespizio. Nel 1753 l'editore Venanzio Monaldini ripubblicò l'intera serie con l'aggiunta di un testo esplicativo di Lucio Philarceo, in realtà pseudonimo del teologo bolognese Michelangelo Mosagrati. Questa edizione è caratterizzata da stampe piuttosto stanche in cui è ancora visibile l'indirizzo di Arnold van Westerhout, ed è stato aggiunto un numero corrispondente nel testo. (III stato). Alle stampe del Cesi si affiancarono inoltre delle piccole vignette realizzate da altri autori anche nordici. Le stampe del Cesi sono tutte caratterizzate da un forte contrasto chiaroscurale e dalla importanza assegnata alla figurazione, piuttosto che alla parte decorativa della Galleria, che viene volutamente tralasciata. Il risultato, di grande semplicità e chiarezza compositiva, verrà ripreso e copiato da Le Febure e i Poilly. Il volume in esame corrisponde alla III edizione (III stato) dell'originale di Cesi, datata 1753 e pubblicata ad opera dell'editore Venenzio Monaldini con l'aggiunta di un testo esplicativo di Michelangelo Mosagrati sotto lo pseudonimo di Lucio Philarceo. Del volume citato sia nel inventario CB che nell'inventario generale delle collezioni della Cassa di Risparmio di Bologna non è indicata la provenienza. COPIE DELLA GALLERIA FARNESE serie complete: 1. Jacques Belly (Chartres 1609 - 1674). La sua serie è la più antica traduzione grafica dell'intero ciclo Farnese 2. Carlo Cesi (Antrodoco 1625 - Rieti 1686) 3. ? Le Febure (secolo XVII) 4. Pietro Acquila (Marsala 1650 ca.- Alcamo 1682) 5. Francois Poilly (Parigi - 1669 - 1728) 6. Karl Remshard (Augsburg 1678 - 1735) 7. Giovanni Volpato (Bassano 1740 - Roma 1803) particolari: 1. Nicolas Mignard (Troyes 1606 - Parigi 1668). tre stampe relative agli affreschi della Galleria 2. Anonimo (secolo XVII) 3. Louis de Chantilon (Sainte Menehould 1639 - Parigi 1734) 4. Giovanni Battista Gallestruzzi (Firenze 1618 - Roma 1677 ca.) 5. Simon Thomassin (Troyes 1652 - Parigi 1732) 6. Domenico Cunego (Verona 1727 - Roma 1784) 7. Pietro Bettelini (Lugano 1763 - Roma 1829) 8. Anonimo (secolo XVIII) 9. Jules Jacquet (Parigi 1846 - 1913)
Bibliografia
K. H. von Heinecken, Dictionnaire des artistes, dont nous avons des estampes, avec une notice détaillèes de leurs aovrages gravé. Tome troisieme contenent les lettres Bla-Caz, Leipzig, 1789, p.614 P.F. Basan, Dictionnaire des graveurs anciens et moderne, 3 voll., Paris 1767, I, p. 139 M. Huber, Manuel des curieux et des amateurs de l'art contenant une notice abregée des principaux graveurs, et un catalogue raisonné de leurs meilleurs ouvrages...les artistes rangé par ordre chronologique, et divisés par Ecole. Tome troisième renfermant l'ecole Italienne, Zuric 1800, p. 49 A. Bartsch, Le Peintre Graveur, Vienne 1821, XXI, p. 108, nn. 21 - 64 G. K. Nagler, Neues allgemeines Kunstler Lexicon, 22 voll., Munchen 1835 - 1852, II, p. 480 H. Delaborde, Annibal Carrache in H. Blanc, Historie des peintre de toutes les ecoles 1874, p. 12 D. Posner, Annibale Carracci. A study in the reform of italian painting around 1590, 2 vol, London -New York 1971, II, p. 49 D. Bodart, L'oevre du graveur Arnold van Westerhout (1651 - 1725), Bruxelles 1974, p. 157 G. Tamanti, Carlo Cesi , in Dizionario Biografico degli italiani, XXIV, Roma 1980, p. 251 The Illustrated Bartsch, a cura di P. Bellini - M. Carter Leach, 1983, 47, pp. 52 - 92 E. Borea, G. Mariani, Annibale Carracci e i suoi incisori, cat. mostra, Roma 1986, p. 129 - 149