La raccolta della canapa
La raccolta della canapa
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Datazione
Tecnica e supporto
Tempera e tecnica mista su carta
Misure foglio (in mm)
342x300
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
L'opera in oggetto è il cartone preparatorio per il ciclo di affreschi che Galileo Chini ha realizzato nel 1942 per decorare il salone delle riunioni della Casa del Contadino nell'ex via Roma 67/2 (oggi Marconi) a Bologna, allora sede dell'Unione Provinciale Fascista dei Lavoratori dell'Agricoltura, oggi sede della Cgil. Scialbati nel 1955, gli affreschi, finora sconosciuti, si è scoperto esistere ancora sotto l'intonaco e in seguito all'acquisto dei qui presenti cartoni, è iniziato un impegnativo lavoro di restauro volto a recuperarli e riportarli interamente alla luce.
Si tratta di uno dei bozzetti più densi di figure e più articolato nei particolari di tutto il ciclo, la cui precisa destinazione sul muro resta ancora imprecisata, forse sulla parete in cui si apre la porta d’ingresso. La densità della colorazione turchina, ai limiti del plumbeo, ne ha fatto ipotizzare una ambientazione notturna che contribuisce ad accrescere il tono espressionista della raffigurazione, altrimenti giocata sul naturalismo dei corpi e sulla struttura di ricovero a cannicci. La suggestione è profonda, quasi un richiamo tardivo alle forme neomichelangiolesche che l’artista aveva ammirato nel secondo decennio del secolo a Bologna, nel Palazzo di Re Enzo, nell’opera monumentale di Adolfo De Carolis. Bellissimo il tratteggio del colore come le campiture, un colpo da maestro decoratore memore dei cromatismi divisionisti, ma soprattutto dei trionfi tecnici e cromatici della “sua” ceramica d’autore, realizzata dapprima alla manifattura Arte della Ceramica, poi, dal 1096 alle Fornaci S. Lorenzo che verranno distrutte due anni dopo dai bombardamenti aerei.
Si tratta di uno dei bozzetti più densi di figure e più articolato nei particolari di tutto il ciclo, la cui precisa destinazione sul muro resta ancora imprecisata, forse sulla parete in cui si apre la porta d’ingresso. La densità della colorazione turchina, ai limiti del plumbeo, ne ha fatto ipotizzare una ambientazione notturna che contribuisce ad accrescere il tono espressionista della raffigurazione, altrimenti giocata sul naturalismo dei corpi e sulla struttura di ricovero a cannicci. La suggestione è profonda, quasi un richiamo tardivo alle forme neomichelangiolesche che l’artista aveva ammirato nel secondo decennio del secolo a Bologna, nel Palazzo di Re Enzo, nell’opera monumentale di Adolfo De Carolis. Bellissimo il tratteggio del colore come le campiture, un colpo da maestro decoratore memore dei cromatismi divisionisti, ma soprattutto dei trionfi tecnici e cromatici della “sua” ceramica d’autore, realizzata dapprima alla manifattura Arte della Ceramica, poi, dal 1096 alle Fornaci S. Lorenzo che verranno distrutte due anni dopo dai bombardamenti aerei.
Soggetto o iconografia
Sotto una tettoia alcuni uomini stanno legando e mettendo a posto i fasci di canapa.
Bibliografia
J. Bentini, Lavoro e identità nazionale - la partecipazione dell'Emilia Romagna al 50° dell'Unità d'Italia, Bologna 2012, pp. 32-46;
Mostre
La filiera della Canapa (Gambettola, Novembre 2007-Gennaio 2008); Lavoro e identità nazionale. Galileo Chini, i cartoni della Casa del Contadino (Bologna, 2012); A. Marchi, in Antico e Moderno, Bologna 2014, pp. 278-281.
Note
Il ciclo completo è composto da 10 cartoni (e non 9 come si pensava fino a poco tempo fa) di cui 7 acquistati dalla Fondazione Carisbo nel 2007 e uno, la Trebbiatura, in asta nel 2011. Ne rimangono due in collezioni private.