Marte

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Inventario
M5481
Categoria:
Donazione:

Notizie storico artistiche

Datazione
Inventore
de Sacchis Giovanni Antonio detto il Pordenone (1483/84-1539)
Disegnatore
Fialetti Odoardo (1573-1638)
Serie
Divinità
Tecnica e supporto
Acquaforte
Misure battuta (in mm)
147x201
Misure immagine (in mm)
147x201
Iscrizioni incise
In basso a sinistra: "A.L.P.I", sotto "OP".
Marche e altre note manoscritte
sul recto, a matita:
Odoardo Fialetti, pittore e incisore (Bologna 1573-Venezia 1638)
B.23 "Marte", dal Pordenone
(dalla serie di 4 Divinità mitologiche)
Notizie storico critiche
Odoardo Fialetti (Bologna, 1573-Venezia, 1638) fu pittore, disegnatore e incisore ad acquaforte. Apprese l'arte del disegno presso la scuola del pittore Giovan Battista Cremonini a Bologna e, insieme al fratello, all'età di nove anni si trasferì prima a Padova poi a Venezia per perfezionare la pittura presso la scuola di Tintoretto. Alla morte di quest'ultimo (1594), Fialetti partecipò a quella particolare fase artistica veneziana che venne avviata negli ultimi anni del Cinquecento e che ripropose la maniera tardo cinquecentesca fino agli anni Venti/Trenta del Seicento. Palma il Giovane è riconosciuto come massimo depositario di questa tradizione. Si tratta di uno stadio della pittura veneta poco felice poiché impermeabile alle novità e ai rinnovamenti che nel resto dell'Italia si potevano osservare in campo artistico a inizio del XVII secolo. Nonostante questo, come Fialetti, la maggior parte dei pittori e degli scultori che operano a Venezia nel Seicento non sono originari della Repubblica veneta, ne tantomeno della laguna. Fino agli anni Venti/Trenta del Seicento la presenza di forestieri e la simultanea resistenza al rinnovamento possono essere in larga parte giustificate dalla tendenza molto forte della Serenissima di rifiutare artisti stranieri per le committenze di Stato. Nonostante questa difficoltà, nel 1666 Boschini invia una lettera al Malvasia - che egli trascriverà fedelmente nella Felsina Pittrice (1678, p.228) - nella quale il veneizano elenca trentotto dipinti eseguiti dal Fialetti per chiese e confraternite veneziane. Di questi dipinti restano poche testimonianze.
L'attività maggiormente riconosciuta a Fialetti rimane tuttavia l'incisione. Il Bartsch gli attribuiva 243 stampe; attualmente gli studi tendono a riconoscergli 240 acqueforti (Maugeri, 1997) nelle quali sono riconscibili gli elementi di gusto carraccesco, in particolare di Agostino, soprattutto nella ricerca di un equilibrio tra il linguaggio grafico e le suggestioni pittoriche e coloristiche. Il corpus incisorio è molto vario nei soggetti e comprende stampe sia di traduzione sia di invenzione. La stampa in esame fa parte di una serie di quattro incisioni di Divinità che riprendono il modello di Giovanni Antonio de Sacchis detto il Pordenone (Bartsch, 1982) negli affreschi per palazzo Tinghi di Udine.
Bibliografia
A. Bartsch, Le Peintre Graveur, Nieuwkoop, 1982, vol. XVII, Odoardo Fialetti, n. 23, p. 154.
A. Bartsch, The Illustrated Bartsch, vol. XVII, Netherlandish Artists, 23 (271).
V. Maugeri, Odoardo Fialetti, in Dizionario Biografico degli Italiani, 1997.