Monumento che per decreto della Amministrazione Dipartimentale del Reno si erge in Bologna nella Piazza detta in addietro del Pavaglione, ed ora della Pace

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Monumento che per decreto della Amministrazione Dipartimentale del Reno si erge in Bologna nella Piazza detta in addietro del Pavaglione, ed ora della Pace

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Notizie storico artistiche

Datazione
Inventore
Martinetti Giovanni Battista (Bironico [Canton Ticino], 1764-Bologna, 1830)
Luogo e anno di edizione
[Bologna, 1801]
Tecnica e supporto
acquaforte
Misure foglio (in mm)
475x355
Misure battuta (in mm)
455x315
Iscrizioni incise
In basso al centro. Sul basamento della colonna la dedica al popolo francese con la data del 16 germile anno IV, ovvero, 6 aprile 1801
Marche e altre note manoscritte
Nell’angolo inferiore destro, a matita, “inv. n. 9”; in quello superiore “66”
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Il monumento commemorativo è stato progettato da Giovanni Battista Martinetti, architetto neoclassico che tra 1796 e 1805 si occupò dei lavori di ricostruzione e rinnovamento di palazzo Sanguinetti già Riario Aldini in strada Maggiore. In occasione dell’entrata trionfale di Napoleone a Bologna, il Dipartimento del Reno fece realizzare la Colonna della Pace eretta in piazza Galvani nel 1801, poi demolita. Il progetto esaltava le speranze, presto deluse, nella forza pacificatrice francese, glorificata l’8 giugno 1805 lungo le vie principali di Bologna. Per l'occasione venne realizzata una straordinaria macchina scenografica, disegnata in collaborazione con Tubertini e Bassani, il cui fulcro era l’arco di trionfo di porta S. Felice, in stile ionico con pitture e bassorilievi di Felice Giani e ornamenti di Gaetano Bertolani.
Proviene dal fondo Ambrosini n.9 di catalogo.
Della stampa esiste un altro esemplare (inv.F29949).
Bibliografia
Raccolta di opere riguardanti Bologna nella Biblioteca di Raimondo Ambrosini, Bologna, Tipografia A. Garagnani Editrice, 1906;
M.T. Chierici Stagni, G.B. M. ingegnere e architetto: «un bolognese nato a Lugano», Bologna, 1994, pp. 42-43;
Bernucci-Pasini, Francesco Rosaspina: incisor celebre, 1995, p. 118