Nicola Albergati

60f415616e15f700077d6428

Nicola Albergati

 Genera il pdf
Inventario
F31241
Autore
Categoria:

Notizie storico artistiche

Inventore
Burrini (?)
Disegnatore
Anonimo
Luogo e anno di edizione
XVIII sec.
Tecnica e supporto
Bulino
Misure foglio (in mm)
300 x 207
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Niccolò Albergati nacque a Bologna verso l'anno 1375 dopo avere iniziato gli studi di diritto, si fece monaco della certosa di S. Girolamo di Casara nei pressi della sua città nativa l'anno 1395. Ordinato sacerdote nel 1404, per la sua fama di austerità fu eletto ben presto priore nel 1407.
Questa sua vita monastica venne però improvvisamente interrotta, quando, morto il 4 gennaio 1417 il vescovo di Bologna, Giovanni, il Consiglio dei Seicento, organo in cui s'esprimeva la volontà popolare, lo acclamò, nello stesso giorno, vescovo, trascinando al consenso il capitolo dei canonici, che elessero vescovo appunto l'Albergati.
Martino V subito dopo la sua elezione aveva pensato a ricuperare per lo Stato della Chiesa Bologna ed il suo territorio, importante per la sua ricchezza e per la sua posizione strategico-militare di chiave verso la pianura padana. D'altra parte i Bolognesi, mentre riconoscevano senza discussione l'alta sovranità del pontefice, dichiaravano con altrettanta fermezza la loro aspirazione ad una ampia autonomia. Lunghe trattative nell'autunno del 1418 non avevano approdato a nessuna conclusione, sicché il papa ritenne opportuno rivolgersi all'A, che riscuoteva ugualmente la fiducia sua e dei Bolognesi.
L'A. iniziò allora una serie di viaggi tra Bologna e Mantova, ove fu in dicembre e in gennaio, per preparare il terreno alla vera e propria ambasceria cittadina che incontrò Martino V a Ferrara verso il io febbraio, iniziando una serie di trattative, concluse dalla bolla del 13 maggio 1419 con un compromesso fra le due parti.
Scoppiati aspri contrasti per il controllo del potere nella città fra le famiglie rivali dei Bentivoglio e degli Zambeccari, da una parte, e dei Canetoli, dall'altra, l'A. ancora tentò, ma questa volta invano, di metter pace fra Bologna ed il pontefice, che sottopose la città a interdetto e fece intervenire Ludovico Alidosi; quest'ultimo il 15marzo 1420 dichiarava guerra a Bologna, mentre due giorni dopo sopraggiungeva Braccio da Montone: poco più di tre mesi dopo la città era costretta alla resa e veniva tolto l'interdetto.
Fu una delle personalità più in vista presso Martino V: veniva infatti adoperato per missioni diplomatiche, oltre che nella stessa Bologna, anche in altre città dell'Italia settentrionale e poi di nuovo in Francia, ove fu inviato per tentare un accordo tra Carlo VII di Francia ed Enrico VI d'Inghilterra; ma la sua abilità di negoziatore, se riuscì a realizzare numerosi incontri fra i due contendenti o i loro ambasciatori, non giunse a far concludere una pace. Morto Martino V nel 1431, nel conclave del 1432 a Roma l'A. fu sul punto di essere eletto papa; tuttavia il nuovo pontefice Eugenio IV, che era stato legato proprio a Bologna ove non aveva mancato di apprezzare le qualità dell'A., lo ebbe assai caro e lo chiamò dalla Francia avendo pensato di affidargli il difficilissimo incarico di presiedere il concilio di Basilea (sett. 1433). Anche senza ottenere alla fine quella alta, ma spinosa incombenza, l'A. seppe esser sempre un elemento di notevole equilibrio, pur aderendo con fermezza, in quelle vivaci e spesso turbinose discussioni, alla tesi della superiorità del papa sul concilio.
La sua fama di santità culminò nella beatificazione proclamata da Benedetto XIV il 25 sett. 1744.

Note