Paolo Patrizio Fava

60f415616e15f700077d6422

Paolo Patrizio Fava

 Genera il pdf
Inventario
F31235
Categoria:

Notizie storico artistiche

Inventore
Calvi Jacopo Alessandro (Bologna 1740 – 1815)
Disegnatore
Mellini Nicola
Luogo e anno di edizione
Bologna, 1807
Tecnica e supporto
Acquaforte
Misure foglio (in mm)
297 x 208
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Paolo Patrizio Fava Ghisilieri nacque a Piacenza il 22 dic. 1728 dal conte Scipione Statore e da Angiola Maria Facci, che erano entrambi patrizi bolognesi.
Ultimati gli studi primari nel seminario bolognese ed ordinato sacerdote il 23 dic. 1752, il F. si laureò in teologia nell'università di Bologna. Giovanissimo, volle entrare tra gli oratoriani di s. Filippo Neri, ove rimase per quasi ventidue anni, conducendo vita esemplare. Alla morte del cardinale arcivescovo A. Gioannetti, l'8 apr. 1800 fu eletto vicario capitolare dell'arcidiocesi, fino alla nomina del nuovo arcivescovo, il cardinale C. Oppizzoni, nell'aprile 1802. In questa carica dimostrò doti di raro equilibrio e moderazione nei riguardi del potere politico in circostanze molto delicate, specialmente quando, il 4 sett. 1801, pose fine a un'intricata questione, dichiarando canonica e valida l'accorpazione, stabilita dal governo cisalpino, dei beni dell'ospedale Maggiore con quelli dei soppressi ospedali religiosi di S. Francesco, di S. Biagio dei poveri pellegrini e della Ss. Trinità dei convalescenti dimessi.
Anche il card. Oppizzoni apprezzò il suo operato, nominandolo suo vicario generale dal 22 genn. 1803 al marzo 1806. L'atteggiamento conciliante e l'abilità diplomatica dimostrati dal F. in queste funzioni non sfuggirono al governo napoleonico, che il 15 apr. 1806 lo designò arcivescovo di Ferrara.
Come l'amministrazione napoleonica aveva previsto operando la scelta del F., questi mostrò una grande adattabilità nei rapporti con il governo, da cui venne largamente compensato. Il 1º apr. 1809 fu nominato dal viceré senatore del Regno d'Italia, quindi commendatore dell'Ordine della Corona ferrea e conte dell'Impero, cumulando cospicue rendite.
Con la Restaurazione e con il ritorno della Legazione sotto il governo pontificio (19 luglio 1815), il F. vide molto ridotto il suo potere per la presenza in città del cardinal legato T. Arezzo, al quale, vista la sua avanzatissima età e le conseguenti infermità, egli delegò sempre più le sue funzioni, come a un coadiutore.
Il F. morì in sede il 14 agosto del 1822 e venne sepolto nella cripta della cattedrale.

Note