Pianoforte a coda Johann Schanz c. 1820-30
Pianoforte a coda Johann Schanz c. 1820-30
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SCA.78
Autore
Categoria:
Parole chiave:
Notizie storico artistiche
Datazione
Firma
Johann SCHANZ
Misure
243 x 131 x 90 cm
Iscrizioni
etichetta sul frontale:
Johann SCHANZ Wien
stampa sul telaio dell'appoggio della tastiera:
22
Johann SCHANZ Wien
stampa sul telaio dell'appoggio della tastiera:
22
Notizie storico critiche
Strumento dotato della doppia tavola armonica. Cassa a doppia curva
Johann Schanz [Schantz] è nato a Kladruby in Boemia intorno al 1762; tra gli anni ’70 e ’80 del Settecento si trasferì a Vienna dove lavorò insieme al fratello maggiore Wenzel [Vaclav]. A quell’epoca la capitale asburgica si era ormai affermata (assieme a Londra e Parigi) come uno dei più importanti poli manifatturieri per la produzione di pianoforti. Dopo la morte del fratello Wenzel nel 1790/1791, Johann Schanz divenne titolare di una delle più importanti fabbriche viennesi del tempo.
La bottega forniva strumenti ad alcuni tra i musicisti più famosi dell’epoca, attivi a Vienna, in particolare a Joseph Haydn e Ludwig van Beethoven che divennero i "testimonial" prediletti di Schanz. Nel 1788 Haydn acquistò il suo primo pianoforte da Wenzel Schanz (è dibattuto se si trattasse di un pianoforte a coda o, come sostiene Richard Maundner, di un pianoforte a tavolo). Nel 1790 Haydn raccomandava l’acquisto di un pianoforte Schanz all’allieva Maria Anna Sabina von Genzinger, scrivendo “E’ un peccato che Vostra Grazia non possegga un forte-piano di Schantz sul quale ogni cosa suonerebbe più espressiva”; sempre alla signora von Genzinger scriveva Haydn nel 1790, sconsigliando l’acquisto di un pianoforte di Walter: “Senza dubbio il mio amico Sig. Walther è ormai molto apprezzato e io ho da lui ricevuto molti cordiali inviti durante l’anno ma, in confidenza e in tutta franchezza, tra dieci dei suoi strumenti soltanto occasionalmente ve n’è uno buono e in più è assai costoso. […] Per questo sarei lieto che Vostra Grazia provasse uno strumento del Sig. Schantz. I suoi forte-piano hanno una speciale leggerezza e un tocco assai piacevole”. Haydn ha suggerito l’acquisto di un pianoforte di Schanz anche a Jan Rudolf Cernin, proprietario del castello di Jindrichuv Hradec (Neuhaus). Anche Ludwig van Beethoven raccomandava spesso, in diverse lettere, l’acquisto dei pianoforti costruiti da Schanz. La bottega rimase aperta fino alla morte del costruttore, avvenuta il 26 aprile del 1828.
Per quanto riguarda gli aspetti costruttivi, Schanz fu probabilmente il primo a impiegare nei suoi pianoforti importanti innovazioni tecnologiche che in seguito furono adottate da altri costruttori viennesi. Proprio a Schanz si deve l’adozione nella capitale asburgica dei paramartelli singoli montati su un’unica lista fissata al telaio della tastiera, del ponticello sulla tavola diviso in due parti e delle punte equalizzate sul ponticello. Schanz adottò la Prellmechanik di Walter; tuttavia, mentre quest’ultimo montava su una lista un paramartello unico per tutta la martelliera, Schanz vi sistemò paramartelli singoli ognuno dei quali regolabile autonomamente.
All’inizio del secolo Schanz produceva all’incirca 130 pianoforti per anno che, con ogni probabilità, poteva realizzare soltanto subappaltandone la costruzione ad altri costruttori. Nel corso della sua attività trentennale, la fabbrica di Schanz produsse all’incirca 3.000 strumenti. Di questi ne sopravvivono oggi oltre sessanta, trentatre dei quali si trovano presso collezioni italiane e almeno altri nove, che oggi fanno parte di collezioni straniere, provengono dall’Italia. Dei trentatre strumenti conservati in Italia, la Collezione Scala ne possiede ben cinque, tra i quali uno fa parte degli strumenti più antichi del costruttore (risalente ancora alla fine del secolo dei Lumi).
Johann Schanz [Schantz] è nato a Kladruby in Boemia intorno al 1762; tra gli anni ’70 e ’80 del Settecento si trasferì a Vienna dove lavorò insieme al fratello maggiore Wenzel [Vaclav]. A quell’epoca la capitale asburgica si era ormai affermata (assieme a Londra e Parigi) come uno dei più importanti poli manifatturieri per la produzione di pianoforti. Dopo la morte del fratello Wenzel nel 1790/1791, Johann Schanz divenne titolare di una delle più importanti fabbriche viennesi del tempo.
La bottega forniva strumenti ad alcuni tra i musicisti più famosi dell’epoca, attivi a Vienna, in particolare a Joseph Haydn e Ludwig van Beethoven che divennero i "testimonial" prediletti di Schanz. Nel 1788 Haydn acquistò il suo primo pianoforte da Wenzel Schanz (è dibattuto se si trattasse di un pianoforte a coda o, come sostiene Richard Maundner, di un pianoforte a tavolo). Nel 1790 Haydn raccomandava l’acquisto di un pianoforte Schanz all’allieva Maria Anna Sabina von Genzinger, scrivendo “E’ un peccato che Vostra Grazia non possegga un forte-piano di Schantz sul quale ogni cosa suonerebbe più espressiva”; sempre alla signora von Genzinger scriveva Haydn nel 1790, sconsigliando l’acquisto di un pianoforte di Walter: “Senza dubbio il mio amico Sig. Walther è ormai molto apprezzato e io ho da lui ricevuto molti cordiali inviti durante l’anno ma, in confidenza e in tutta franchezza, tra dieci dei suoi strumenti soltanto occasionalmente ve n’è uno buono e in più è assai costoso. […] Per questo sarei lieto che Vostra Grazia provasse uno strumento del Sig. Schantz. I suoi forte-piano hanno una speciale leggerezza e un tocco assai piacevole”. Haydn ha suggerito l’acquisto di un pianoforte di Schanz anche a Jan Rudolf Cernin, proprietario del castello di Jindrichuv Hradec (Neuhaus). Anche Ludwig van Beethoven raccomandava spesso, in diverse lettere, l’acquisto dei pianoforti costruiti da Schanz. La bottega rimase aperta fino alla morte del costruttore, avvenuta il 26 aprile del 1828.
Per quanto riguarda gli aspetti costruttivi, Schanz fu probabilmente il primo a impiegare nei suoi pianoforti importanti innovazioni tecnologiche che in seguito furono adottate da altri costruttori viennesi. Proprio a Schanz si deve l’adozione nella capitale asburgica dei paramartelli singoli montati su un’unica lista fissata al telaio della tastiera, del ponticello sulla tavola diviso in due parti e delle punte equalizzate sul ponticello. Schanz adottò la Prellmechanik di Walter; tuttavia, mentre quest’ultimo montava su una lista un paramartello unico per tutta la martelliera, Schanz vi sistemò paramartelli singoli ognuno dei quali regolabile autonomamente.
All’inizio del secolo Schanz produceva all’incirca 130 pianoforti per anno che, con ogni probabilità, poteva realizzare soltanto subappaltandone la costruzione ad altri costruttori. Nel corso della sua attività trentennale, la fabbrica di Schanz produsse all’incirca 3.000 strumenti. Di questi ne sopravvivono oggi oltre sessanta, trentatre dei quali si trovano presso collezioni italiane e almeno altri nove, che oggi fanno parte di collezioni straniere, provengono dall’Italia. Dei trentatre strumenti conservati in Italia, la Collezione Scala ne possiede ben cinque, tra i quali uno fa parte degli strumenti più antichi del costruttore (risalente ancora alla fine del secolo dei Lumi).
Descrizione
Titolo: Pianoforte a coda
Numero di inventario: Collezione Scala 78
Nome dell'oggetto (IT/ENG): Pianoforte a coda / Grand piano
Classificazione: Strumenti a tastiera a corde percosse
Costruttore: Johann Schanz [Schantz]
Luogo di costruzione: Vienna
Numero di serie: 22
Data: c. 1820-30
Dimensioni (L x W x H): 243 x 131 x 90 cm
Meccanica: del tipo "viennese"
Mutazioni: 5 pedali
Ambito: Do0-Fa6
Autori: Johann Schanz - strumento
Data di acquisizione:
Restauri: Laboratorio di restauro di Firenze (1997/98)
Numero di inventario: Collezione Scala 78
Nome dell'oggetto (IT/ENG): Pianoforte a coda / Grand piano
Classificazione: Strumenti a tastiera a corde percosse
Costruttore: Johann Schanz [Schantz]
Luogo di costruzione: Vienna
Numero di serie: 22
Data: c. 1820-30
Dimensioni (L x W x H): 243 x 131 x 90 cm
Meccanica: del tipo "viennese"
Mutazioni: 5 pedali
Ambito: Do0-Fa6
Autori: Johann Schanz - strumento
Data di acquisizione:
Restauri: Laboratorio di restauro di Firenze (1997/98)