Pianoforte a coda Matthäus Andreas (André) Stein 1833

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Pianoforte a coda Matthäus Andreas (André) Stein 1833

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Notizie storico artistiche

Datazione
Firma
André Stein d’Augsbourg à Vienne
Misure
240 x 125 x 65 cm
Iscrizioni
Sotto la tastiera una scritta a matita in caratteri gotici corsivi (Fraktur):
Verfertiget von André / Stein / im Monath December 18<33>

Sulla tavola armonica una scritta a matita in caratteri latini:
Hirschvgel [sic] 21 Xb 1833
Notizie storico critiche
Lo strumento potrebbe essere appartenuto sin dall’inizio (dicembre 1833) alla nobile famiglia Hirschvogel di Norimberga (nome che si legge in forma abbreviata sulla tavola armonica accanto alla data citata).

Va rilevato che l’ambito dal Do0 doveva essere, al momento della costruzione, un elemento di novità, dato che la numerazione dei martelletti inizia dal Fa0. Del resto, la letteratura pianistica viennese di quegli anni non si spinge di regola ancora al di sotto del Fa0, come mostrano, tra l’altro, le opere che Schubert scrisse negli ultimi anni della sua vita (1827 e 1828).

Matthäus Andreas Stein, figlio del celebre costruttore di strumenti musicali Johann Andreas Stein di Augusta (Augsburg), nacque in questa città il 12 dicembre 1776 e morì a Vienna il 6 maggio 1842. Dopo la morte del padre, diresse dal 1792 al 1794 assieme alla sorella maggiore Nannette (1769-1833) la fabbrica di Augusta; nel 1794, dopo il matrimonio di Nannette con Johann Andreas Streicher (1761-1833), si trasferì con la sorella e con il cognato a Vienna, dove aprì con Nannette la fabbrica “Frère et Soeur Stein” e assieme a lei (sotto il nome di Geschwister Stein) pubblicò nel 1801 un opuscolo sul modo di suonare, accordare e mantenere i loro pianoforti. L’anno seguente i fratelli si separarono per fondare due fabbriche indipendenti, quella di “Nannette Streicher née Stein” e quella intitolata “Andreas Stein ”, forma presto francesizzata in “André Stein”. Stein ebbe rapporti cordiali con Beethoven, che nel maggio 1812 lo pregò del trasporto del suo pianoforte a Baden e nel 1824 lo incaricò della riparazione del suo pianoforte Broadwood. In occasione della visita di Chopin a Vienna nell’agosto 1829, Stein propose di mettergli a disposizione uno dei suoi strumenti, ma il maestro polacco gli preferì, per il suo concerto dell’11 agosto, un pianoforte di Conrad Graf. Fu collaboratore del costruttore di “physarmonicae” ad ance libere Jakob Deutschmann (autore dello strumento TAG.F1 della presente collezione), assieme al quale realizzò tra il 1830 e il 1835 un pianoforte a coda dotato di “physarmonica”, oggi conservato nel Technisches Museum di Vienna (n° 28417). Matthäus Andreas Stein era anche pianista. Pianista, compositore ed apprezzato costruttore di pianoforti fu pure il figlio Carl Andreas (1796-1863).

"Collezione Tagliavini. Catalogo degli strumenti musicali", a cura di John Henry van der Meer e Luigi Ferdinando Tagliavini, Bononia University Press, Bologna 2008. Volume II, pp. 416-427: D2 Pianoforte a coda
Descrizione
Titolo: Pianoforte a coda
Numero di inventario: Collezione Tagliavini D2
Nome dell'oggetto (IT/ENG): Pianoforte a coda / Grand piano
Classificazione: Strumenti a tastiera a corde percosse
Costruttore: Matthäus Andreas (André) Stein
Luogo di costruzione: Vienna
Numero di serie: 644
Data: 1833
Dimensioni (L x W x H): 240 x 125 x 65 cm
Meccanica: del tipo "viennese", a bilanciere con scappamento (Prellzungenmechanik)
Pedali: "una corda", fagotto, alza-smorzatori
Ambito: 78 tasti. Do0 - Fa6
Autori: Matthäus Andreas (André) Stein - strumento
Data di acquisizione: 1977
Restauri: ditta Tamburini di Crema - ricostruzione degli smorzatori e delle loro piattaforme di supporto da Do5 a Fa6, ricostruzione del fagotto (1977-1978); Arnaldo Boldrini e Renato Carnevali - ricostruzione della tavola superiore amovibile (2005)
Bibliografia
"Collezione Tagliavini. Catalogo degli strumenti musicali", a cura di John Henry van der Meer e Luigi Ferdinando Tagliavini, Bononia University Press, Bologna 2008. Volume II, pp. 416-427: D2 Pianoforte a coda
Note
Lo strumento è esposto presso il Museo di San Colombano.