Pianta in misura di tutte le strade comunali

667d6355d695a40007900874

Pianta in misura di tutte le strade comunali

 Genera il pdf
Inventario
F36791
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Tecnica e supporto
penna e acquerellature su carta bianca
Misure foglio (in mm)
745x1110
Iscrizioni
Nel cartiglio sono riportati il nome del perito, le caratteristiche delle possessioni, la data di esecuzione della mappa. In alto a sinistra, sotto il cartiglio, è riportato il tipo di scala usato per realizzarla. In entrambi gli angoli superiori è stato apposto il timbro circolare del bollo del Regno d’Italia. Sul verso il timbro del precedente collezionista, dott. Gino Calari.
Notizie storico critiche
Le mappe agricole costituiscono una preziosa testimonianza di com’era il territorio bolognese tra il XVII e il XVIII secolo. Redatte con lo scopo di delimitare con certezza le singole proprietà private, queste mappe sono state un utile strumento per risolvere ogni possibile questione inerente ai diritti e ai regolamenti della proprietà terriera, soprattutto in un periodo di grandi cambiamenti come quello di cui esse sono testimoni. Nei primi anni del Settecento, infatti, vennero introdotte riforme di stampo protocapitalista che portarono a una vera e propria rivoluzione dell’economia, in particolar modo per quella basata sull’agricoltura. I possedimenti terrieri iniziarono ad essere considerati come sorgenti di profitti destinati ad aumentare sempre di più. Da questa consapevolezza ebbe origine la necessità di averne una conoscenza più approfondita da parte degli stessi proprietari che, dopo secoli di disinteresse, richiesero sempre più informazioni sui terreni e sulle loro caratteristiche, sulle tecniche di coltura e i loro sviluppi, e cominciarono a progettare riorganizzazioni e bonifiche dei campi. Proprio in funzione di tale evoluzione, la figura del perito agrimensore ebbe grande evoluzione e divenne di primaria importanza, richiedendo competenze maggiori e una solida base culturale rispetto ai secoli precedenti. La stesura delle mappe, difatti, si trasformò in un compito preciso in cui nulla - dalla struttura del segno alla scelta del colore - poteva essere lasciato all’intuizione personale del singolo. In esse dovevano essere precisate le aree riservate alle colture, specificandone le qualità, gli spazi destinati alle abitazioni, ai luoghi di ricovero per gli animali, alle piantagioni ad alto fusto, e così via. Questa mappa, risalente al primo decennio del XIX secolo, che riguarda l’odierno territorio di Riola di Vergato (già Castel di Savignano), fu donata alle Collezioni nel 1994 dal dott. Gino Calari (scomparso a Bologna nel 2003), già presidente della Banca Popolare di Bologna e Ferrara e allora revisore della Fondazione Carisbo. Il dott. Calari era un grande collezionista di mappe agricole del territorio bolognese dall’Ottocento in poi e ipotizzò di donare tutta la sua raccolta (circa un migliaio di pezzi) alla Fondazione, ma la vicenda non ebbe seguito.