Pianta Prospetto Fianco e spaccato della macchina

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Pianta Prospetto Fianco e spaccato della macchina

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Inventario
F30794
Categoria:

Notizie storico artistiche

Inventore
Minozzi Flaminio
Disegnatore
Minozzi Flaminio
Luogo e anno di edizione
Bologna, 1768 (post)
Tecnica e supporto
acquaforte
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
L’11 luglio 1768 nella basilica di S. Domenico si celebrarono le esequie dell'inquisitore Tommaso Maria De Angelis con una macchina funebre la cui progettazione, insieme con quella degli addobbi della chiesa, venne affidata a Flaminio Minozzi. Minozzi nacque a Bologna nel 1735. Ricevuta dal padre, pittore paesista, una prima educazione artistica, nel 1750 passò nello studio di Giovanni Carlo Sicinio Galli Bibiena presso il quale rimase fino al 1752, anno della partenza del maestro per Lisbona . Il restante percorso formativo dovette nutrirsi anche di una riflessione sulla lezione decorativa di Agostino Mitelli e Angelo Michele Colonna. L’esordio pubblico fu tuttavia segnato anche da imprese minori: nel 1761 progettò gli addobbi per i sepolcri del giovedì santo nella chiesa di S. Maria della Mascarella. In quello stesso anno, beneficiando della protezione del senatore Muzio Spada, il M. trascorse cinque mesi a Roma dedicandosi allo studio delle architetture moderne, come si evince dai numerosi disegni di piante e alzati riguardanti, in particolare, palazzo Barberini e S. Pietro in Montorio (Bologna, Collezioni d’arte della Cassa di risparmio; Le collezioni d’arte …, pp. 286, 292, 303 s., 308, 319). L’esperienza romana, tuttavia, non dovette «arrecare sensibili variazioni alla sua già solida preparazione di quadraturista» (Rizzoli, p. 273), e al rientro in patria, il M. abdicò alla pratica architettonica per rivolgersi esclusivamente all’ambito della decorazione, nel quale divenne uno dei protagonisti di primo piano sulla scena bolognese:
Tra il 1784 e il 1785 eseguì la decorazione a fresco della volta e della finta abside della chiesa del Crocifisso del Cestello, della quale si conservano un disegno firmato (Bologna, Collezioni d’arte della Cassa di risparmio; Pigozzi, p. 114).