Piazza del Nettuno
Piazza del Nettuno
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Datazione
Disegnatore
Canuti Gaetano
Luogo e anno di edizione
Bologna, 1839
Tecnica e supporto
Acquaforte
Misure foglio (in mm)
220x288
Iscrizioni incise
in basso lungo il margine inferiore: G. Canuti dis. /F. Franceschini e P. Romagnoli inc./PIAZZA DEL NETTUNO/La bellissima fonte innalzata nel Secolo XVI da S. Carlo Borromeo. Ristaurata l'ultima volta, /nel presente anno 1839., per cura della ill.ma Magistratura Comunale
Notizie storico critiche
La fontana del Nettuno nel corso della sua storia è stata sottoposta a numerosi restauri, basti pensare che già nel 1705 il Senato di Bologna iniziò a preoccuparsi del mantenimento dell'efficienza del monumento compromessa da un'avanzante stato di degrado. Un primo restauro avvenne nel 1708 per mano del custode Carlo Fagottini. Nuove riparazioni furono effettuate nel 1728 dall'architetto comunale Francesco Maria Angelini.
Nel 1762 il fonditore Rinaldo Gandolfi eseguì il primo intervento significativo volto a impermeabilizzare la gamba sinistra del Gigante e intervenire sulla statica aggiungendo altri ferri interni a supporto di quelli originari, ormai deteriorati.
L'incisione in esame fu fatta per celebrare un altro restauro avvenuto nel 1839, citato anche da G. Zecchi nel suo: Memoria intorno le fonti in Bologna e specialmente il Nettuno, Bologna 1839, che ricorda come la magistratura in quell'anno s’adoperò per restaurare e rimettere in un funzione la fonte.
Lavori successivi ci vengono raccontati da Patrizio Patrizi, nel volumetto: Il Gigante, Bologna 1897, in cui si dice che nel 1887 in previsione dei grandi festeggiamenti che si sarebbero tenuti l’anno successivo in città, si decise la rimozione della cancellata e delle quattro fontanelle che circondavano il nettuno dalla sua nascita.
Nell’ottobre 1889, tuttavia, Corrado Ricci pubblicava sul Resto del Carlino un articolo in cui chiedeva se era “lecito lasciare nel bel mezzo di Bologna in una delle più belle piazze d’Italia : di lasciare, dico, quella superba fontana in uno stato in cui non s’abbandonano nemmeno i pubblici orinatoi?”
Il monumento fu quindi oggetto di ulteriori restauri nel 1907 per mano dello scultore Enrico Barberi. Durante la prima guerra mondiale "il Gigante" venne trasferito presso i magazzini di palazzo d'Accursio. Nel 1935 i fratelli de Stefanis procedettero alla levigatura del monumento con tecniche che suscitarono aspre critiche. Tra il 1943 e il 1945 "il Gigante" fu rimosso dalla fontana a causa dei pericoli legati alla seconda guerra mondiale; prima di essere ricollocato nella sua sede fu sottoposto a un intervento condotto dal fonditore Bruno Bearzi, il quale rimosse le incrostazioni ed eseguì una patinatura per rallentare l'evolversi dei processi corrosivi.Il primo restauro condotto con moderni metodi scientifici ebbe inizio nel febbraio 1988, sotto la supervisione di Giovanni Morigi e Ottorino Nonfarmale, e si protrasse per circa due anni.
L'ultimo restauro è stato realizzato tra il 2016 e il 2017 a partire dal lavoro di un Comitato Scientifico costituito nel 2015 da Comune di Bologna, Università di Bologna, Istituto Superiore di Conservazione e Restauro di Roma (ISCR), Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Bologna, Istituzione Bologna Musei e QN - Il Resto del Carlino.
Nel 1762 il fonditore Rinaldo Gandolfi eseguì il primo intervento significativo volto a impermeabilizzare la gamba sinistra del Gigante e intervenire sulla statica aggiungendo altri ferri interni a supporto di quelli originari, ormai deteriorati.
L'incisione in esame fu fatta per celebrare un altro restauro avvenuto nel 1839, citato anche da G. Zecchi nel suo: Memoria intorno le fonti in Bologna e specialmente il Nettuno, Bologna 1839, che ricorda come la magistratura in quell'anno s’adoperò per restaurare e rimettere in un funzione la fonte.
Lavori successivi ci vengono raccontati da Patrizio Patrizi, nel volumetto: Il Gigante, Bologna 1897, in cui si dice che nel 1887 in previsione dei grandi festeggiamenti che si sarebbero tenuti l’anno successivo in città, si decise la rimozione della cancellata e delle quattro fontanelle che circondavano il nettuno dalla sua nascita.
Nell’ottobre 1889, tuttavia, Corrado Ricci pubblicava sul Resto del Carlino un articolo in cui chiedeva se era “lecito lasciare nel bel mezzo di Bologna in una delle più belle piazze d’Italia : di lasciare, dico, quella superba fontana in uno stato in cui non s’abbandonano nemmeno i pubblici orinatoi?”
Il monumento fu quindi oggetto di ulteriori restauri nel 1907 per mano dello scultore Enrico Barberi. Durante la prima guerra mondiale "il Gigante" venne trasferito presso i magazzini di palazzo d'Accursio. Nel 1935 i fratelli de Stefanis procedettero alla levigatura del monumento con tecniche che suscitarono aspre critiche. Tra il 1943 e il 1945 "il Gigante" fu rimosso dalla fontana a causa dei pericoli legati alla seconda guerra mondiale; prima di essere ricollocato nella sua sede fu sottoposto a un intervento condotto dal fonditore Bruno Bearzi, il quale rimosse le incrostazioni ed eseguì una patinatura per rallentare l'evolversi dei processi corrosivi.Il primo restauro condotto con moderni metodi scientifici ebbe inizio nel febbraio 1988, sotto la supervisione di Giovanni Morigi e Ottorino Nonfarmale, e si protrasse per circa due anni.
L'ultimo restauro è stato realizzato tra il 2016 e il 2017 a partire dal lavoro di un Comitato Scientifico costituito nel 2015 da Comune di Bologna, Università di Bologna, Istituto Superiore di Conservazione e Restauro di Roma (ISCR), Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Bologna, Istituzione Bologna Musei e QN - Il Resto del Carlino.