Pietà

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Pietà

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Notizie storico artistiche

Datazione
Tecnica e supporto
Matita nera
Misure foglio (in mm)
480 x 396
Iscrizioni
Al centro: "RAFAEL SANCTIUS"
Notizie storico critiche
All’indomani della morte del Canova monsignor Giovanni Battista Sartori, affida agli artisti che ne frequentavano lo studio l’incarico di terminarne le opere rimaste incompiute e di accontentare le richieste di repliche che dovessero ancora giungere dal mercato. L’incarico di tenere le fila tecniche dell’organizzazione va al giovane imolese Cincinnato Baruzzi. Sartori concepisce il progetto di far tradurre il gesso autografo della Pietà per collocarlo nel tempio di Possagno che veniva intanto portato alacremente avanti dopo la morte del suo fondatore. Probabilmente a questo momento risale il progetto di Baruzzi di far ricavare una incisione a bulino della scultura dall’amico Paolo Toschi al quale invia a questo scopo un disegno realizzato da Francesco Podesti, l’incisione presenta una iscrizione documentaria molto precisa: “Antonio Canova invento e modello in creta – Cincinnato Baruzzi scolpi in marmo – Francesco Podesti disegnò Paolo Toschi incise”. I piani di Sartori cambiarono e si decise di realizzare sia una versione in marmo che una fusione in bronzo del gruppo scultoreo.
Un interessante documento, conservato presso le Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione, ci permette di seguire le vicende successive della scultura. Nonostante il successo ottenuto presso il pubblico romano e il giudizio positivo della commissione dell’Accademia di San Luca, chiamata a giudicare la fedeltà al modello del maestro, Baruzzi si trova di fronte alla difficile collocazione di un soggetto celebrato, ma di difficile acquisto, la cui destinazione piu logica é un edificio sacro.
La scultura potrebbe essere collocata in Santa Maria ad Martyres, cioe all’interno del Pantheon, Del progetto si era fatto promotore, forse su richiesta dello stesso Baruzzi, qualcuno presso la Curiaromana proponendo di farne il centro di un monumento ad Antonio Canova. Baruzzi, rispondendo entusiasticamente alla proposta, si offre di eseguire gli eventuali elementi mancanti e ricorda i suoi legami affettivi e professionali con il maestro, e il debito culturale verso lo Stato Pontificio, che lo aveva scelto tra gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna per la borsa quadriennale dell’alunnato romano nel 1819. Una successiva supplica a Pio VIII riprende e rafforza il progetto della collocazione all’interno del Pantheon del monumento a Canova di cui si allega un disegno, proponendo di completarlo con le armi del papa e del cardinale titolare. Il testo del progetto, databile al 1829 grazie al confronto con la copia datata conservata presso la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio, e accostabile ad un bel disegno oggi presso le Collezioni CARISBO (fig. 7), che lo presenta in un momento successivo, quando e già stato trasformato in uno studio per un monumento al piu illustre artista sepolto nella chiesa, Raffaello Sanzio60. La Pietà e collocata su un alto podio squadrato, con la croce posta alle spalle della Vergine; al centro della fronte e inciso un triangolo inscritto entro un ouroboros, simbolo dell’eternità. A destra e a sinistra del basamento sono collocate due figure a tutto tondo, a sinistra un genio, seduto sul gradino, che tiene nella destra una fiaccola accesa e accenna con la sinistra all’iscrizione del basamento. A destra il pittore di Urbino, abbigliato e atteggiato secondo l’iconografia propria di questo periodo che lo vuole giovane e imberbe, accenna ad inginocchiarsi congiungendo le mani. Al centro del basamento campeggia la scritta capitale “Rafael Sanctius”.

Antonella Mampieri in Arte Veneta

Soggetto o iconografia
Progetto per un monumento funebre con una Pietà sul sarcofago, e un genio alato e una figura orante ai lati
Bibliografia
E. Catra, A. Mampieri, La Pietà di Antonio Canova, in Arte Veneta, n.70 (2013) 2015, pp. 129-155; F. Varignana (a cura di), Le Collezioni della Cassa di Risparmio in Bologna - I disegni 3. dal paesaggio romantico alla veduta urbana, Bologna 1977.