Pietro Ferri detto Luvéin

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Pietro Ferri detto Luvéin

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Inventario
F37044
Autore
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Tecnica e supporto
disegno a matita nera
Misure foglio (in mm)
236x180
Iscrizioni
in basso su una striscia di carta iscrizione PIETRO FERRI DETTO LUVEIN
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Di origini umilissime e appartenente quindi al ‘popolo’ felsineo, Pietro Ferri (1821 - 1890) riuscirà ad arricchirsi vendendo letame come concime. Il suo soprannome in dialetto bolognese - Luven o Luvèin - indicava le sue umili origini, in quanto il lupino era uno dei legumi che erano alla base dell’alimentazione dei poveri. Tutte le numerose cronache contemporanee lo descrivono sempre vestito con lo stesso abito che usava sia prima che dopo il lavoro e il berretto da popolano bolognese. Non casualmente il ritratto collocato sulla sua tomba in Certosa lo delinea con una camicia grezza aperta sul petto, il berretto e l’espressione gioiosa. Lo scultore Italo Campagnoli (1860-1931) viene chiamato a consegnarci la sua immagine a quasi venti anni di distanza dalla morte, scolpendo quasi l'unico ritratto ridente del cimitero, e diventando simbolicamente l’alter ego di un altro popolano degnamente commemorato in Certosa, il ‘fabbro’ Gaetano Simoli, posto a pochi metri di distanza, nello stesso Chiostro.
Grazie a Giuseppe Fornasini abbiamo anche l’esatto indirizzo in cui abitava insieme ai figli ed alla altrettanto famosa moglie Maddalena Orlandi: via del Borgo 111-113. L’autore, nella sua guida La Chiesa Priorale e Parrocchiale di S. Maria e S. Domenico detta della Mascarella (1943), non manca di segnalare le emergenze storiche e artistiche del quartiere. A decenni di distanza la memoria di Luven è ancora fortissima nel suo quartiere, tanto che viene ricordato come “borghigiano puro sangue, il quale, salito da l'umile condizione di facchino della balla locale a ricco ed onestissimo”, nonché “popolarissimo tipo di petroniano antico, forte, intelligente e schietto”. Fornasini ci consegna anche alcune note biografiche: “Laborioso fino dai primi anni come garzone presso un buon patriota, Biagio Bernagozzi, attese di poi al commercio del pesce, dei detriti e delle spazzature e giunse lentamente ad accumulare un ingente capitale. Nel 1849, durante la famosa settimana del bombardamento, si arruolò nella milizia popolare e combatté bravamente alle mura ed alle porte della città.”

testo tratto da: Roberto Martorelli in
https://www.storiaememoriadibologna.it/archivio/persone/ferri-pietro-dettoa-luven
Note
INVENTARIO SASSOLI: 16074