Professione di castità, povertà e obbedienza in religiosa clausura (...)da Suor Maria Margarita Rosa Gioseffa Mazzi

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Professione di castità, povertà e obbedienza in religiosa clausura (...)da Suor Maria Margarita Rosa Gioseffa Mazzi

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Inventario
F36469
Autore
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Tecnica e supporto
penna e acquerelli su pergamena
Misure foglio (in mm)
250x350
Iscrizioni
Professione di castità, povertà e obbedienza in religiosa clausura nel Monastero di Santa Maria Maddalena fatta il 9 settembre 1748 da Suor Maria Margarita Rosa Gioseffa Mazzi.
Notizie storico critiche
Era d’uso fra le famiglie nobili o abbienti che vedevano entrare in monastero una delle loro figlie commissionare una pergamena o un libretto di componimenti poetici che celebrasse l’evento. La monacazione (rito con cui viene dato l'abito monastico a chi sta per consacrarsi a Dio entrando in un ordine religioso) doveva infatti rivestire il giusto riscontro che la famiglia stessa meritava per il suo nome o per il suo censo. Quasi sempre le monacande non sceglievano liberamente di entrare in convento e allora, a maggior ragione, i festeggiamenti dovevano essere eclatanti per cercare di gratificarle in qualche modo. Il disegno è semplice ed efficace. Al centro è raffigurata la Vergine con il Bambino che impugna il rosario con entrambe le mani. Alla destra della Madonna compare San Domenico, mentre alla sua sinistra vi è una monaca domenicana. Entrambi stringono un giglio.
La chiesa di Santa Maria Maddalena si trova in via Zamboni. Le origini dell’edificio risalgono al secolo XI.
Nel 1291 fu concessa alle suore domenicane di Santa Caterina di Quarto. Nel 1564, durante gli interventi di restauro e ampliamento, fu costruito il portico anteriore su progetto dell'architetto Giovanni Piccinini. Nel 1758 Alfonso Torreggiani elaborò un nuovo progetto. Il citato Vicario Annibale Beccadelli, che officiava il rito, era membro della omonima Confraternita.