Progetto per la cappella del Sacro Monte Calvario in Santo Stefano
Progetto per la cappella del Sacro Monte Calvario in Santo Stefano
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M647 (rep. 1/308)
Categoria:
Notizie storico artistiche
Datazione
Firma
Firmato e datato
Tecnica e supporto
Penna ed acquerello policromo
Misure foglio (in mm)
882 x 652
Notizie storico critiche
Bozzetto completo della decorazione eseguita nel 1804 realizzata al posto delle antiche pitture ormai quasi scomparse (un frammento delle quali è ancora nel museo stefaniano).
La decorazione di Terzi e Pedrini fu eliminata nell'ambito dei restauri di Giovanni Gozzadini e Raffaele Faccioli (1880) . Ne esistono testimonianze fotografiche e questa che dimostra il tentativo dei due ornatisti di piegare il proprio gusto decorativo al gusto romanico del complesso stefaninano.
Filippo Pedrini fu allievo del padre, il pittore Domenico Pedrini, si iscrisse 15enne all’Accademia Clementina dove riportò numerosi premi di frequenza e di eccellenza. A soli 27 anni ebbe il suo primo incarico come professore. Nel 1779 esordisce con i due ovali per la cappella di S. Giuseppe in S. Bartolomeo a Bologna, raffiguranti S. Barbara e S. Tommaso d’Aquino. Nella decorazione d’interni si devono a lui la volta del salone di palazzo Hercolani e alcune decorazioni in palazzo comunale e palazzo arcivescovile. In palazzo Tanari affianca come figurista Vincenzo Martinelli e in palazzo Pallavicini Flaminio Minozzi. Alla Certosa dipinge alcune tombe (Laghi, Carlo Chiesa e Vitale Bini, Ginevra Pepoli, Brigitta Giorgi Banti) ed esegue il soffitto ovale della Sala del Pantheon, progettata dal Tubertini, con la Fama che guida Bologna al Tempio dell’Eternità.
La decorazione di Terzi e Pedrini fu eliminata nell'ambito dei restauri di Giovanni Gozzadini e Raffaele Faccioli (1880) . Ne esistono testimonianze fotografiche e questa che dimostra il tentativo dei due ornatisti di piegare il proprio gusto decorativo al gusto romanico del complesso stefaninano.
Filippo Pedrini fu allievo del padre, il pittore Domenico Pedrini, si iscrisse 15enne all’Accademia Clementina dove riportò numerosi premi di frequenza e di eccellenza. A soli 27 anni ebbe il suo primo incarico come professore. Nel 1779 esordisce con i due ovali per la cappella di S. Giuseppe in S. Bartolomeo a Bologna, raffiguranti S. Barbara e S. Tommaso d’Aquino. Nella decorazione d’interni si devono a lui la volta del salone di palazzo Hercolani e alcune decorazioni in palazzo comunale e palazzo arcivescovile. In palazzo Tanari affianca come figurista Vincenzo Martinelli e in palazzo Pallavicini Flaminio Minozzi. Alla Certosa dipinge alcune tombe (Laghi, Carlo Chiesa e Vitale Bini, Ginevra Pepoli, Brigitta Giorgi Banti) ed esegue il soffitto ovale della Sala del Pantheon, progettata dal Tubertini, con la Fama che guida Bologna al Tempio dell’Eternità.
Bibliografia
G. Zucchini, Edifici di Bologna, Roma 1931, p. 185; A. Emiliani (a cura di), Le Collezioni della Cassa di Risparmio in Bologna - I disegni 1. dal Cinquecento al Neoclassicismo, Bologna 1977; Luigi Vignali e Santo Stefano "qui dicitur Sancta Hjerusalem", a cura di A. Mazza, Bologna 2021, p. 74;